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Il presidente del Consiglio Mario Draghi

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IERI l’Italia ha incassato la prima rata, da 21 miliardi, del Next Generation Eu – con i complimenti della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per i 51 obiettivi raggiunti: 10 miliardi a fondo perduto e 11 in prestiti agevolati destinati, ha spiegato il vicepresidente Valdis Dombrovskis, soprattutto al rafforzamento della pubblica amministrazione e dell’efficienza della spesa pubblica, alla digitalizzare delle imprese e al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Nella stessa giornata il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità un nuovo pacchetto di misure per accelerare l’attuazione del Pnrr e contrastare l’evasione fiscale.

Dalla creazione del portale unico nazionale per la lotta al lavoro sommerso all’obbligo per tutte le amministrazioni centrali di utilizzare la piattaforma InPa per i concorsi, dall’anticipo di sei mesi – al 30 giugno 2022 – delle multe per chi rifiuta i pagamenti con il Pos al rafforzamento della certificazione di genere: il decreto Recovery 2 conta 41 articoli.

Dopo Pasqua sul tavolo di Palazzo Chigi dovrebbero approdare le misure annunciate dal premier Draghi per velocizzare gli iter autorizzativi degli impianti per la produzione dell’energia rinnovabile e il nuovo decreto – finanziato con i 6 miliardi “rintracciati” nel Def – con gli interventi, tra le altre cose, contro il caro bollette e carburante, il sostegno alle imprese più colpite dal conflitto in Ucraina, la gestione dei profughi. Norme e interventi per procedere più speditamente sulla diversificazione delle fonti energetiche, in modo da allentare la dipendenza dal gas di Mosca, e contenere le ripercussioni dalla guerra sul sistema economico.

Tra tanti segni meno nel bollettino quotidiano dei “danni” ieri spiccava il dato positivo della produzione industriale di febbraio che segna un rimbalzo del 4% su gennaio – ben più ampio delle previsioni – e del 3,3% su base annua. Dati che ancora non scontano però gli effetti della crisi ucraina. Intanto il nuovo decreto prova a mettere in sicurezza i 191,5 miliardi del Pnrr, un “tesoro” che i tempi di guerra rendono ancora più prezioso. Nessuna risorsa dovrà restare inutilizzata: nel decreto si prevede che i fondi non spesi – frutto di eventuali economie realizzate nell’ambito delle procedure di selezione dei progetti – potranno essere destinati ai “Progetti bandiera” delle Regioni, purché restino all’interno della stessa missione del Recovery plan.

Si introducono nuove norme per le assunzioni nella Pubblica amministrazione, dalle regole per l’uso dei social alla conoscenza di “almeno una lingua straniera” da verificare nei concorsi per accedere a un posto di lavoro pubblico. Arriva una newco per spingere sulla digitalizzazione della Pa, per lo sviluppo, la manutenzione e la gestione di soluzioni software e di servizi informatici a favore di Inps, Inail e Istat e delle pubbliche amministrazioni centrali, compreso Palazzo Chigi e l’Agenzia nazionale per la  cybersicurezza. Cambia la governance dell’Agenzia spaziale italiana, con i poteri di indirizzo che passano al presidente del Consiglio – o a un ministro o sottosegretario delegato – mentre al ministero dell’Università restano i poteri di indirizzo strategico per la ricerca scientifica.

Di fronte al fallimento del concorso Sud che avrebbe dovuto mettere subito in pista 2.800 funzionari tecnici a supporto delle amministrazioni meridionali per la messa a terra delle risorse del Pnrr e dei fondi europei – all’appello ne mancano ancora 1.300 – il dl Recovery 2 corre ai ripari prevedendo che le risorse non utilizzate vengano trasferite direttamente alle amministrazioni per la stipula di contratti di lavoro autonomo sulla base di uno schema definito dall’Agenzia per la coesione. Del Capitolo Sud fanno parte anche il rafforzamento delle Zes –  con l’introduzione di una forma apposita di contratti di sviluppo e lo stanziamento, con delibera Cipess, di altri 250 milioni provenienti dalla programmazione 2021-2027 del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione – e nuove risorse per 200 milioni destinati ai vincitori del bando per la valorizzazione dei beni confiscati alla mafia per fare fronte alle spese di gestione.

Il capitolo anti-evasione, oltre all’anticipo a fine giugno delle multe per chi non accetta pagamenti con carta (erano previste a partire da gennaio), contempla l’abolizione degli esoneri per la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica delle fatture. Niente obbligo di fattura elettronica per le partite Iva in regime forfettario entro i 25mila euro di reddito fino al 2024. E’ poi previsto il potenziamento del sistema di monitoraggio dell’efficientamento energetico attraverso le misure di Ecobonus e Sismabonus fino al 110% con il coinvolgimento dell’Enea, per cui il decreto istituisce la figura del direttore generale che andrà a supportare il Mite nelle attività tecniche e scientifiche legate al monitoraggio e all’attuazione del Pnrr.

Nell’ambito sanitario viene autorizzata, dal 2023, la spesa di 50 milioni per l’assunzione di due sanitari ogni 200mila abitanti e nasce il Sistema nazionale prevenzione salute (Snps) dei rischi ambientali e climatici per la prevenzione, il controllo e la cura delle malattie acute e croniche, trasmissibili e non trasmissibili, che vi sono associate. Capitolo giustizia: si punta ad accelerare e semplificare i procedimenti civili. E presso il ministero viene istituito il Comitato tecnico-scientifico – 15 componenti a titolo gratuito – per il monitoraggio sull’efficienza della giustizia civile, sulla ragionevole durata del processo e sulla statistica giudiziaria.

Sul fronte dell’energia, si prevede che il consumo di energia elettrica da fonti rinnovabili in impianti di elettrolisi per la produzione di idrogeno verde non sia soggetto al pagamento degli oneri generali afferenti al sistema elettrico. Per le infrastrutture, si prevedono procedure semplificate per l’elettrificazione delle banchine dei porti.   Tra le altre misure, anche l’istituzione di un fondo, presso il Mef, per il ristoro dei danni subiti dalle vittime del Terzo Reich.


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