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I dentisti hanno il dente avvelenato. Anche loro stanno scendendo in campo contro la vergognosa speculazione dei prezzi sui loro strumenti da lavoro, mascherine in primis, che hanno sconvolto tutti noi consumatori, ora che sono diventati obbligatori in questi mesi di pandemia. Sui social sono stati denunciati dai dentisti i rincari scandalosi. Cominciamo dalle mascherine. Prima dell’emergenza Covid-19 una confezione di mascherine chirurgiche – le più usate da dentisti, chirurghi, anestesisti e personale sanitario – con all’interno 50 pezzi avevano un costo medio di 5 euro più Iva.

Quindi una mascherina costava in media 10 centesimi. Ora con il prezzo unitario fissato dall’ordinanza del governo a 50 centesimi la stessa scatola costerebbe 25 euro, quindi cinque volte di più, con un rincaro pari al 500%. Ciò nonostante Confcommercio e aziende che le producono dicono che il prezzo di 50 centesimi l’una non sta né in cielo né in terra. Perché è troppo basso.

Il gruppo Crai le ha addirittura tolte dal commercio. Molte farmacie sono andate in tilt dopo che è stato fissato il prezzo. Addirittura si è detto che questa ordinanza fa guadagnare solo i cinesi.

Tutti noi sappiamo quanto abbiamo faticato e speso per acquistare una mascherina durante questo periodo di isolamento. Personalmente l’altra mattina ho esultato per averne trovate e acquistate due – del tipo chirurgiche – a 4,99 euro l’una, presso Brico Center. Sì, sono lavabili, stirabili e forse potranno anche partecipare a una sfilata di moda ma sono pur sempre mascherine chirurgiche.

Per non parlare dei costi stratosferici a cui le introvabili mascherine sono state vendute da farmacie o siti online, Amazon in testa. Una giungla.

Tuttavia non sono state soltanto le mascherine chirurgiche a lievitare nei costi, anche quelle di tipo FFP2, usate oggi anche dai dentisti. Dispositivi che durano fino a 8 ore. Poi vanno gettate via. I dentisti più fortunati hanno pagato una confezione da 400 pezzi circa 3000 euro.

Senza contare le spese di tappetini adesivi monouso da mettere all’entrata (così la sporcizia sotto le suole resta attaccata senza andare in giro per lo studio), i copriscarpe (con meccanismo automatico dotato di fotocellula per non fare usare al paziente le mani), i camici monouso e i disinfettanti vari acquistati tutti senza un minimo di sconto dell’Iva che è restata al 22%.

Ma non esiste solo il problema mascherine per la gente comune. Per entrare nei supermercati occorrono i guanti usa e getta, spariti letteralmente dal commercio. Indumenti talmente preziosi che quando si riescono a trovare vengono pagati a peso d’oro. Una confezione di 100 pezzi fino a qualche mese fa costava 4,50 euro. Ora si trovano a 20 euro su Amazon. Poi ci sono i prodotti scomparsi dagli scaffali della piccola e grande distribuzione, nonché dalle farmacie. Per l’amuchina se ne dovrebbe occupare Federica Sciarelli a Chi l’ha visto?

Perfino l’alcool è introvabile. I più fortunati che l’hanno scovato spendono addirittura 4 euro per una bottiglietta. Un salasso.

E frutta e verdura? Lasciamo perdere sennò perdiamo la pazienza. Alcuni supermercati hanno addirittura raddoppiato i prezzi, per non parlare dei negozi. Perfino le botteghe gestite da extracomunitari sono diventate delle gioiellerie.


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