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L’area a caldo dell’acciaieria ex Ilva

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In attesa che la Regione spieghi il perché non renda pubblico, dopo averlo commissionato per quasi 150 mila euro, lo studio sull’impatto dell’inquinamento della zona industriale sulla popolazione di Taranto dei ricercatori dell’Organizzazione mondiale della sanità, l’associazione Peacelink scrive al ministro della Salute Roberto Speranza per segnalarne l’esistenza.

A svelare che lo studio sia pronto dallo scorso giugno e che sia chiuso in qualche cassetto dell’ente è stato il Quotidiano del Sud la scorsa settimana. Abbiamo provato a chiederne conto all’assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio, senza ricevere risposte. Le 80 pagine della relazione dei ricercatori dell’Oms promuovono in sostanza il lavoro per la Valutazione del danno sanitario (Vds) sulla produzione potenziale dell’acciaieria ex Ilva, formulata da Asl di Taranto, Aress e Arpa Puglia.

Lo studio si intitola Healt impact – Assessment of the steel plant activities in Taranto (Impatto sulla salute – Incidenza delle attività di produzione dell’acciaio dello stabilimento di Taranto). Sottolinea come l’inquinamento sia sottostimato, mancando studi appropriati per acqua e suolo. E inoltre che «le emissioni in aria dell’impianto ex Ilva, se tradotte in concentrazioni di Pm, provocano ulteriori morti e altri impatti negativi sulla salute».

Eppure le valutazioni formulate da Arpa, Aress e Asl, da un mese a questa parte sono messe in discussione da Melete. È una start up dell’Università dell’Insubria. Le osservazioni, commissionate dall’azienda, firmate da tre docenti, tra cui l’ordinario di medicina del lavoro, Domenico Maria Cavallo, criticano alcuni parametri utilizzati dalla Vds del 2021 per valutare l’impatto tossicologico ed epidemiologico della produzione sulla popolazione della città.

La Vds è utile al riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale richiesta dall’ex sindaco Rinaldo Melucci la scorsa primavera. Ma il ministero della Transizione ecologica, in base a queste osservazioni, ha chiesto conto al ministero della Salute, perché inficerebbero la Vds e quindi il riesame dell’Aia. Di qui la missiva di Peacelink a firma del presidente Alessandro Marescotti, che si aggiunge alla diffida a utilizzare lo studio, privato, Melete, del portavoce di Europa verde Angelo Bonelli. Diffida inviata agli stessi ministeri.

«Ci permettiamo di segnalare – scrive Marescotti – l’importanza dello studio predittivo dell’Oms volto ad affiancare la Vds, in quanto Acciaierie di Italia ha inviato al Mite una relazione volta a contestare, dal punto di vista della metodologia scientifica, la validità delle valutazioni di danno sanitario fin qui effettuate.

Valutazioni – osserva l’ambientalista- che acclarano per le emissioni dello stabilimento Ilva un rischio cancerogeno inaccettabile anche con autorizzazione Aia a 6 milioni di tonnellate per anno di acciaio. Il Mite – conclude – ha inviato al suo ministero una richiesta di parere e noi riteniamo che lei si possa avvalere di questo autorevole studio dell’Oms per confermare la validità delle valutazioni di danno sanitario sull’Ilva. Lo studio prende in considerazione diversi scenari, dal meno favorevole al più favorevole, tutti comunque con impatti significativi in termini di mortalità e morbilità«.

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