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«La sentenza è da riformare “in toto” e Antonio Gaudio va assolto con la formula piena». A scriverlo è l’avvocato Roberto Loscerbo nei suoi motivi d’Appello contro la condanna, inflitta lo scorso 6 luglio dai giudici del tribunale di Cosenza, dell’ex segretario dell’Oasi Francescana a sei anni e tre mesi di reclusione per i presunti abusi sessuali su suor T. e una giovane ospite della struttura d’accoglienza. L’atto di impugnazione (venti pagine in tutto, firmate, oltre che da Loscerbo, anche dall’avvocato Lisa Sorrentino) è stato depositato ieri mattina presso la cancelleria del giudice della prima sezione penale del tribunale bruzio. Insieme a Gaudio lo scorso 6 luglio, come noto, fu condannato anche padre Fedele Bisceglia (anche il suo legale ha impugnato la sentenza).
I giudici inflissero al religioso (accusato di aver preso parte a tutti e cinque gli abusi sulla suora) nove anni e tre mesi di reclusione. Sentenza impugnata dai suoi avvocati difensori (Eugenio Bisceglia e Franz Caruso), che hanno depositato i loro motivi lunedì mattina, un giorno prima dunque di Loscerbo. Gaudio, a differenza di padre Fedele, deve rispondere di una delle cinque violenze sessuali denunciate da suor T., 45 anni di Barcellona Pozzo di Gotto (Me). E’ datata 4 aprile 2005. E’ la violenza durante la quale la religiosa sarebbe stata costretta ad assumere un farmaco inibitore.
Il ruolo di Gaudio, sempre a detta dell’accusa, sarebbe stato quello di filmare alcune fasi dell’abuso, al quale, oltre a padre Fedele, avrebbe partecipato un’altra persona, agli atti rimasta sconosciuta. Ebbene, in merito a tale presunta violenza, la difesa ricorda nuovamente che Gaudio ha un alibi, che in primo grado però non è stato ritenuto attendibile. Parrebbe cioè che il segretario dell’Oasi nell’ora in cui si sarebbe materializzato l’abuso fosse da tutt’altra parte, e cioè in casa di una coppia di parenti colpita da un lutto. I due furono sentiti in aula durante il processo di primo grado e hanno confermato la cosa: «Gaudio quel giorno era a casa nostra». Ma i giudici non li hanno creduti ed hanno inviato in Procura gli atti relativi al loro interrogatorio ipotizzando il reato di falsa testimonianza.
Per Loscerbo quella testimonianza è invece attendibile: «Il tribunale di Cosenza – ribadisce – ha sbagliato nel giudicarli». In merito alle dichiarazioni accusatorie della suora, la difesa insiste nel ritenerle inattendibili e prive di riscontri. Gaudio è accusato anche di aver abusato, più o meno nello stesso periodo, di una giovane ospite dell’Oasi. Secondo le ricostruzioni dell’accusa, che si è avvalsa delle dichiarazioni della stessa presunta vittima, l’avrebbe chiusa in un bagno, cercando di avere un rapporto sessuale con lei. Anche qui, questa volta a detta della difesa, Gaudio è da ritenersi innocente per l’inattendibilità della presunta parte offesa e anche per mancanza di querela. Il processo a padre Fedele e Gaudio dunque, si avvia verso il secondo grado di giudizio.

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