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E’ in programma per oggi il trasferimento della soldatessa italiana Monica Contrafatto, 31 anni, nell’ospedale americano di Ramstein, in Germania. La volontaria siciliana del primo reggimento bersaglieri di stanza a Cosenza operativo in Afghanistan, è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico: le sue condizioni sarebbero stabili. I medici, che non hanno ancora sciolto la riserva sulla prognosi, ritengono tuttavia che la fase più difficile sia stata superata. Per quanto riguarda gli altri militari italiani rimasti coinvolti nell’attentato talebano, sta meglio, invece, Salvatore De Luca, il trentenne originario di San Giovanni in Fiore, le cui condizioni sono state stabilizzate dopo un intervento chirurgico alla spalla. Nessun problema per Nicola Storniolo, originario di Nicotera, che nell’agguato ha riportato solo ferite lievi.

Ieri, sono state diverse le visite a casa dei militari coinvolti nell’attacco talebano. A San Giovanni in Fiore il papà di Salvatore De Luca e la madre, si sono chiusi in silenzio nella loro casa di via Monte Masella, poi, una volta saputo che il figlio era stato operato ed avevano parlato via telefono con Salvatore, le porte della loro casa si sono aperte ad amici e conoscenti. Salvatore De Luca, figlio di Saverio, proprietario con il fratello di una piccola fabbrica di vetri sotto casa, si era diplomato presso l’Istituto statale d’arte e subito si era arruolato nell’esercito all’età di 19 anni. Aveva partecipato ad altre due missioni prima in Iraq e poi nella stessa regione dell’Afghanistan. Circa un mese fa era ritornato nel più grosso centro della Sila ed aveva dato appuntamento ai genitori per un suo prossimo ritorno. La mamma Mariangela, il padre Saverio e la sorella Maria, universitaria avevano parlato con lui il giorno prima, poi la notizia terribile dell’attentato e il sollievo in mattinata di saperlo operato e in buono stato di salute. Per tutta la giornata sono rimasti vicini alla famiglia il tenente colonnello e comandante Distaccamento del 1° reggimento Bersaglieri, Federico Zuccarelli, e il capitano aiutante maggiore Francesco Longo.

Per quanto riguarda la giovane militare siciliana residente a Cosenza, in Germania la raggiungerà anche il fratello, Giuseppe, di 24 anni, che lavora non lontano dalla città tedesca dove è previsto l’arrivo della sorella. Il padre della giovane soldatessa, Rocco, 69 anni, oggi pensionato Eni, ha viaggiato molto da giovane, avendo lavorato come meccanico nei cantieri dell’Agip per la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi. La madre, Maria Rita Pizzardo, 62 anni, casalinga, è rimasta invece a Gela, ad accudire i due figli. Monica, come la descrivono gli amici, «è stata sempre una ragazza molto determinata, intelligente e intraprendente». Si è diplomata all’istituto commerciale “Luigi Sturzo” di Gela, ha proseguito gli studi, si è laureata in Scienze motorie e poi si è arruolata nell’Esercito. Assegnata al I reggimento Bersaglieri di Cosenza, ha chiesto di poter dare il proprio contributo in una missione di pace ed è andata due volte in Afghanistan. Dopo l’attacco talebano, il suo profilo su facebook è stato raggiunto da decine di messaggi di auguri, solidarietà, incoraggiamento. A Gela, la casa dei suoi genitori, in via Plinio, nel quartiere «Locu Baruni», è stata meta continua delle visite di parenti e amici.

 

 

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