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MATERA – Il documento è datato 11 agosto 2014 e affronta un tema (quello del Protocollo d’intesa su occupazione, salute e sicurezza, salario dei lavoratori delle aziende dell’indotto Eni Val D’Agri) che ha aperto una frattura a quanto pare insanabile fra il presidente di Confindustria Basilicata, Michele Somma e alcuni industriali dell’area,  iscritti all’associazione che riunisce gli imprenditori,  che non hanno gradito la sottoscrizione dell’accordo con Cgil, Cisl e Uil .

Unica soluzione, a loro avviso, le dimissioni del presidente.

I firmatari della nota, circa 10 titolari di aziende che si muovono nell’indotto di settore, contestano molti aspetti di quell’intesa  che «Oltre a violare il necessario comune sentire tra gli imprenditori, quale elemento di orientamento per le scelte da operare e le posizioni di assumere, più volte affermato e ribadito in diverse occasioni, come quelle del 24 febbraio scorso, 2 aprile e 14 luglio, vìola anche le più elementari regole in materia di rappresentanza associativa, considerato, peraltro, che prima della stipula del protocollo in parola gli scriventi l’hanno espressamente diffidata dal sottoscrivere accordi dai contenuti non condivisi».

Con riferimento ai contenuti dell’intesa, lo stesso gruppo di iscritti aveva scritto in una  nota: «Abbiamo ricevuto dagli uffici di Confindustria Basilicata un verbale di incontro dello scorso 22 luglio nel quale si dà atto  che in data odierna è previsto un nuovo incontro con le organizzazioni sindacali – citiamo  testualmente – per la conclusione della trattativa.

In relazione al predetto incontro – si legge ancora – le aziende dell’indotto chiedono di conoscere in via preventiva i contenuti sostanziali della predetta trattativa per evitare che siano assunti impegni che possono confliggere con le necessità e le prerogative  delle aziende dell’indotto, così come  già condiviso tra aziende e Confindustria Basilicata nella ultima riunione del 21 luglio 2014. Pertanto – concludeva la nota – prima di sottoscrivere  qualunque intesa, si rivolge l’invito a che la base associativa venga coinvolta per concordare la posizione da tenere, in ragione del tenore e della valenza dei temi trattati, onde scongiurare il concreto pericolo che le aziende si trovino a subìre le ricadute di decisioni assunte da soggetti estranei alle aziende».

Alla luce di quelle dichiarazioni, nella comunicazione dell’11 agosto, gli imprenditori chiedono al presidente di Confindustria, Michele Somma di «Saper cogliere la portata della iniziativa che abbiamo assunto  assumendone responsabilmente le dovute conclusioni e pertanto rimettendo senza altro indugio il suo mandato».

Secondo i firmatari della comunicazione, Somma avrebbe fatto meglio a tenere in considerazione il rifiuto già espresso dagli imprenditori  e «La valenza dei temi trattai e definiti nel Protocollo.  Così – concludono – non solo ne avrebbe tratto sicuro giovamento la sua azione ma, ne siamo certi, avremmo contribuito a rendere ancora più concrete e realizzabili per le imprese di Basilicata quelle maggiori e reali opportunità di partecipazione ai lavori e ai servizi connessi alle estrazioni».

a.ciervo@luedi.it

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