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EFFETTO flipper, pluricandidature, liste incapienti: in queste elezioni politiche in Calabria abbiamo visto il meglio (e il peggio) della legge elettorale ‘Rosatellum’ in azione. Di seguito una breve guida per districarsi tra le insidie e i casi eccezionali del sistema con cui abbiamo votato il 25 settembre.

EFFETTO FLIPPER

Rientra tra le ‘distorsioni’ collaterali del Rosatellum e riguarda solo la parte dei seggi assegnata con il metodo proporzionale. Il legislatore ha scelto, per l’attribuzione dei seggi, un metodo top down: il riparto tra coalizioni avviene prima a livello nazionale e poi viene ripetuto nelle circoscrizioni e nei collegi. È un metodo più ostico e anche un po’ farraginoso, ma garantisce i piccoli partiti.

Nasconde, però, un’insidia: può capitare che una volta effettuato il secondo riparto – quello su base locale, per intenderci – la somma totale dei seggi assegnati a un partito superi la quota attribuita a livello nazionale (o sia più bassa). Avremo quindi partiti “eccedentari” (troppi seggi assegnati nel conteggio circoscrizionale) o “deficitari” (l’opposto). E allora tocca all’ufficio elettorale centrale riequilibrare, togliendo seggi a chi ne ha avuti di più e assegnandoli a chi ne ha ottenuti di meno.

Si individua la circoscrizione in cui il partito eccedentario ha avuto l’ultimo seggio grazie a un resto (quindi non a un quoziente pieno) e lo si assegna al partito deficitario che ha un resto non utilizzato. La norma prevede che questa operazione si svolga all’interno della stessa circoscrizione, ma nei casi in cui non sia possibile può avvenire anche tra circoscrizioni (e regioni quindi) diverse. L’effetto flipper è il motivo per cui essere eletti con il Rosatellum è una vera lotteria. Si veda, in Calabria, il seggio assegnato in extremis a Simona Loizzo (Lega) e quello attribuito e poi ritirato a Enza Bruno Bossio (Pd).

PLURICANDIDATURE

Il Rosatellum consente candidature plurime, con la stessa lista, fino a un massimo di cinque collegi plurinominale più un uninominale. Se si viene eletti in più collegi però non è possibile optare: del resto la Corte Costituzionale, tra i motivi di bocciatura dell’Italicum, aveva inserito anche la disposizione che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere dove prendersi il seggio.

Il Rosatellum ha previsto quindi un automatismo: l’eletto in più collegi plurinominali viene proclamato in quello in cui la sua lista ha preso la percentuale più bassa. Una previsione insolita, a prima vista, ma ha una sua ratio. L’obiettivo è di far scorrere i candidati nel territorio in cui il partito è andato meglio.

LA LEGGE ELETTORALE E I PLURICANDIDATI ANCHE IN CALABRIA

In Calabria, dove i pluricandidati eletti al proporzionale sono i due capilista del Movimento 5 Stelle, avremo quindi Roberto Scarpinato eletto qui (in Sicilia, dove pure prende il seggio, i grillini sono andati meglio) e Federico Cafiero de Raho che verrà proclamato invece nel collegio plurinominale 3 dell’Emilia Romagna.

Si realizza l’intento della legge, in fondo, perché fuori il capolista (che era stato indicato da Roma), aumentano gli spazi per i candidati calabresi: al posto di De Raho – ora che i seggi grillini dopo il riconteggio sono diventati 3 – entrerà, si prevede, Elisa Scutellà.

LISTE INCAPIENTI

Ovvero quando i seggi assegnati a una lista superano i candidati eleggibili. Sta capitando, dopo il nuovo riparto, con i 5 Stelle. Il Viminale ha assegnato loro in Calabria 3 seggi. Gli eletti, in prima battuta, sono De Raho, Vittoria Baldino, Riccardo Tucci. Ma De Raho scatterà in Emilia e allora bisogna scorrere la lista. La quarta è Anna Laura Orrico che ha vinto però l’uninominale ed è già eletta lì.

A chi va il seggio? Un caso meno raro di quanto possa sembrare perché il Rosatellum prevede liste corte e, appunto, pluricandidature. Ma la soluzione è disciplinata, in modo anche piuttosto dettagliata, dalla legge e dal testo unico per l’elezione della Camera, che arrivano a prevedere – nei casi più estremi – l’assegnazione del seggio anche in altra circoscrizione (leggi regione) o ad altra lista della coalizione.

In Calabria per ora non si dovrà arrivare a soluzioni così radicali, ma basterà seguire i primi passi della legge elettorale. La norma infatti prevede che il seggio in eccesso venga attribuito, alla stessa lista, innanzitutto in altro collegio plurinominale della stessa circoscrizione. In Calabria però c’è un solo collegio plurinominale, quindi, le liste della circoscrizione sono esaurite.

In questo caso, subentrano allora – dice la legge – i cosiddetti “migliori perdenti” nei collegi uninominali del collegio plurinominale e, successivamente, i migliori perdenti nei collegi uninominali della circoscrizione. Il caso calabrese incontra dunque questa ipotesi: i 5 Stelle hanno due candidati non eletti nei collegi uninominali, di questi la migliore perdente è Elisa Scutellà (ha preso il 28 per cento contro il 20 di Foti). C’è un precedente in Calabria ed è l’elezione di Andrea Gentile con Forza Italia nel 2021, dopo le dimissioni del neoeletto presidente Roberto Occhiuto.

E I SUPPLENTI?

Le liste per il proporzionale (composte in Calabria da non meno di 2 e non più di 4 candidati) possono essere presentate con l’aggiunta di un elenco di supplenti. Qual è il loro ruolo? Possono tornare utili se le liste non bastano a coprire i seggi?

Di fatto la loro funzione si esaurisce al momento della pubblicazione dei manifesti elettorali, completata la verifica sulle liste, e non tornano in gioco dopo il voto: come spiega il testo unico per le elezioni della Camera, vengono utilizzati per sostituire quei candidati che risultassero incandidabili o decidessero di rinunciare.

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