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CROTONE – Per diversi mesi un orafo di 72 anni avrebbe vessato la sua tirocinante 22enne, con continui abusi sessuali che avvenivano in un laboratorio nel centro cittadino. Frasi volgari, apprezzamenti espliciti ma anche continui palpeggiamenti. In un caso l’uomo avrebbe tentato perfino di abbassare i pantaloni alla ragazza e di abusare di lei. E se lei opponeva rifiuti, lui la aggrediva verbalmente: «Quando fai così, mi innervosisci». Almeno questa è l’accusa per S. R., al quale ieri i carabinieri della Compagnia di Crotone hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare domiciliare. L’uomo deve rispondere di violenza sessuale e stalking con l’aggravante dell’abuso di relazioni di prestazioni d’opera e della recidiva.

Alla fine la giovane ha trovato il coraggio di querelare il suo datore di lavoro, anche per uscire da uno stato d’ansia che ormai turbava la sua serenità quotidiana. E ha riferito tutto ai militari dell’Arma. Le circostanziate denunce della donna sono confluite in una dettagliata informativa che i carabinieri hanno trasmesso alla pm Rosaria Multari che, evidentemente, ha ritenuto sufficiente il quadro probatorio per l’emissione di un provvedimento restrittivo, poi disposto dalla gip Elisa Marchetto.

L’indagato, assistito dall’avvocato Mario Nigro, si è difeso nel corso dell’interrogatorio di garanzia, dicendosi “schifato” dopo la lettura del capo di imputazione e quindi negando gli addebiti. L’orafo sostiene che nel negozio era quasi sempre presente sua moglie e che non ha commesso abusi sessuali nei confronti della tirocinante. Sostiene anche che la ragazza avrebbe mosso le accuse contro di lui in seguito al mancato rinnovo del tirocinio dopo un periodo di sei mesi in seguito al quale aveva percepito emolumenti. L’avvocato Nigro ha rilevato il fatto che le accuse si basano soltanto sul racconto della denunciante e sono prive di riscontri oggettivi. La gip ha confermato la misura cautelare all’esito dell’interrogatorio.

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