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Dopo l’invito formulato dal sindaco di San Giovanni in Fiore, Antonio Nicoletti, a Barack Obama, di una visita speciale nel borgo pre-silano dell’Abate Gioacchino che il neo eletto presidente degli Stati Uniti ha citato in uno dei suoi discorsi per la corsa alla Casa bianca, non sono mancate le polemiche. Tra i primi il leghista Borghezio che non ha riconosciuto all’Abate la sua notorietà negli Usa.
“Borghezio probabilmente ha voglia di scherzare. Invito anche lui a questo punto a venire a San Giovanni in Fiore perchè forse avrebbe bisogno di conoscere una
cultura che nulla ha di occulto ma che si tramanda alla luce del sole. Gioacchino da Fiore è cultura, come Dante è cultura e come la Chiesa è cultura. Borghezio forse dimentica che anche papa Ratzinger cita nella sua tesi di laurea l’abate Gioacchino da Fiore”. Così Nicoletti, rimandando al mittente le polemiche sollevate dal capodelegazione della Lega al Parlamento europeo, Mario Borghezio, in merito alle citazioni di Barack Obama nella sua campagna elettorale riguardanti l’abate calabrese Gioacchino da Fiore. “Mi sembra che Borghezio voglia fare fantapolitica – aggiunge Nicoletti – Gioacchino da Fiore lo si cita perchè lo si conosce e non perchè viene ‘suggeritò: non si tratta di una poesia calabrese o padana, che si può imparare a memoria. Lo si deve leggere e capire per poterlo citare”.
“Infine,vorrei ricordare a Borghezio – ha concluso il primo cittadino – che se il Centro internazionale di studi su Gioacchino da Fiore ha sede nel nostro paese, i maggiori studiosi dell’abate calabrese sono in tutto il mondo, dalla Germania all’America. Evidentemente l’esponente della Lega non sa che l’abate Gioacchino è
forse più conosciuto in America che in Italia”.

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