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di FILIPPO ZENNA
Compatto, equilibrato, poco spettacolare, ma pratico: il Catanzaro raccoglie così un prezioso pareggio sul campo della Scafatese alimentando speranze di promozione.
LA CRONACA. Non è rivoluzione, ma quasi: Nicola Provenza ritrova Di Maio nelle retrovie (Gimmelli può così spostarsi nuovamente a destra con conseguente esclusione di Francesco Montella) e Berardi nel cerchio di centrocampo (il sacrificato è Benincasa) e sceglie Pippa per il presidio della corsia sinistra di centrocampo preferendolo a Cardascio. L’unico reparto non coinvolto da modifiche è l’attacco: Caputo sconta il secondo ed ultimo turno di squalifica, Antonio Montella è ancora ai box per infortunio e tocca ancora a Falomi tener su la squadra con la collaborazione di Iannelli.
Anche Maurizi, tecnico della Scafatese, opera tanti cambi dopo la sconfitta di Gela approfittando della rinnovata disponibilità dei tre centrali difensivi titolari (Marini e Rapino rientrano da squalifica, Terracciano ritorna in campo
quattro mesi dopo la trasferta di Cassino). Va fuori dall’undici titolare perfino il regista Marzocchi, cui il tecnico gialloblù preferisce Corsale, ed in
attacco si posizionano De Luca e Varriale (Martone e D’Avanzo in panchina) supportati da Izzo, che parte largo a destra, ma ha ampia licenza di spostarsi tra le linee per sfruttare le sue discrete doti tecniche. Aggirare, però, la tosta retroguardia del Catanzaro è impresa particolarmente ardua anche perché gli esterni di centrocampo giallorossi – Pippa da una parte, Mangiacasale dall’altra – raddoppiano sistematicamente le marcature ed i mediani – Zaminga
soprattutto – fanno un ottimo lavoro di filtro per vie centrali.
Diventano allora fondamentali le situazioni di palla inattiva per scuotere una partita imprigionata in rigidi tatticismi. Il sinistro di Corsale (3′) è velenoso, Terracciano sfiora soltanto il pallone e la difesa calabrese si salva con affanno; troppo morbido, invece, il mancino di De Luca (10′) raccolto con disinvoltura da Mancinelli. Il Catanzaro è ordinato, compatto ed autoritario: non offre spettacolo (si avverte l’assenza di Caputo), ma nemmeno soffre e nelle rare circostanze in cui s’affaccia nella metà campo avversaria lo fa con estrema pericolosità. Come al 17′ quando la punizione-bomba di Tomi chiama De Felice al difficile intervento. Il primo tempo scivola via senza ulteriori sussulti ed il protagonista diventa l’arbitro che tira fuori ben cinque cartellini gialli macchiando una gara tutt’altro che cattiva. Nella ripresa sale di tono il Catanzaro, che guadagna rapidamente metri a centrocampo e predominio territoriale. Ed al 9′ ilvantaggio sembra cosa fatta, ma Mangiacasale, servito da Tomi, manda incredibilmente fuori a tre metri dal traguardo con De Felice fuori causa.
Maurizi corre ai ripari con gli ingressi di Martone e Di Candilo (il primo porta centimetri in attacco, il secondo rileva l’abulico Izzo per dare sostanza al centrocampo) ed al 18′ Corsale con una gran conclusione dalla distanza saggia la reattività di Mancinelli, bravo a deviare in corner. Prodigioso otto minuti dopo con un colpo di reni che nega proprio a Di Candilo la gioia del gol.
Non servono gli innesti di Cardascio e Gaglione e soltanto l’imprecisione di Varriale (al 42′ calcia a lato solo contro Mancinelli) evita al Catanzaro la sconfitta.

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