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«Un fortissimo plauso ai militari del Ros e ai Carabinieri, che, coordinati dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Marisa Manzini, con la conclusione dell’operazione “Autostrada” hanno per l’ennesima volta confermato la grande pericolosità sociale degli intrecci criminali che si sviluppano nell’ambito dei cantieri della Salerno – Reggio Calabria». Lo sostiene l’Associazione Antiracket Lamezia dopo l’inchiesta che ha portato alla luce l’incidenza della ‘ndrangheta sui lavori sull’A3. «Quello che emerge dalle notizie di stampa –dicono dall’associazione – fa capire non solo perchè i lavori sulla nostra autostrada non hanno mai fine, ma anche, a leggere dei materiali usati per costruirla, forse il perchè dei tanti disastri avvenuti negli anni. Ciò che fa più specie è però sapere che grandi imprese come la Todini, la Asfalti Sintex e la Toto, possano contribuire, col pagamento del pizzo, ad arricchire le cosche locali creando così ancora maggiori difficoltà agli imprenditori e commercianti calabresi che hanno deciso di resistere al potere mafioso e disattendendo ai principi più volte sostenuti dalla Confindustria nazionale in relazione all’obbligo civile e morale di denunciare il racket. Sarebbe forse ora che una legge dello Stato impedisse a queste aziende di partecipare per qualche tempo a gare e appalti della Pubblica amministrazione. E forse anche i media dovrebbero iniziare a sottolineare la gravità di simili comportamenti da parte di aziende di livello internazionale, e delle conseguenze che questi condizionamenti hanno sulla nostra già disastrata economia»

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