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di MIRKO VESPERTINI
«Se non ci saranno segni tangibili di cambiamento rispetto quanto approvato al Senato, non avrà senso confermare l’apertura politica che abbiamo offerto alla maggioranza e potremmo deciderci per un voto contrario sul Federalismo fiscale». Lo ha detto Marco Minniti durante la conferenza stampa indetta a Catanzaro per presentare gli emendamenti che la deputazione calabrese proporrà alla Camera dove il disegno di legge delega approderà la prossima settimana. Accanto al segretario regionale del Pd c’erano Agazio Loiero, Cesare Marini e Caterina Corea, la neo eletta segretaria provinciale del Pd per il capoluogo, tutti consapevoli che si tratta di un percorso accidentato, sia per la disparità delle forze in campo col centrodestra in netta maggioranza, sia perché sul nord il partito di Franceschini non ha ancora trovato una vera sintesi. Lo ha ricordato lo stesso Loiero rispondendo indirettamente a Minniti: «Il federalismo fiscale è un processo inarrestabile, lo vuole la maggior parte degli italiani. Ora, quanto successo a causa dei recenti nubifragi è una perfetta metafora dell’Italia: un paese diviso in due con un partito nato per difendere una parte del territorio che ha raggiunto percentuali importanti e detta la linea del Governo».
«Mi dispiace che la nostra gente non l’abbia capito – ha proseguito il governatore -. Sarà, comunque, difficile che il Pd possa esprimere un voto contrario perché i colleghi del nord avranno difficoltà a non votare il testo». Tutto, quindi, rimandato a martedì prossimo quando l’assemblea del gruppo deciderà la linea da seguire in aula. Resta, però, molto forte la critica nei confronti dell’Esecutivo, in particolar modo per come è stata gestita l’approvazione del provvedimento. «Innanzitutto, centralizzano la gestione della spesa togliendo potere alle regioni; poi, ogni qual volta occorre finanziare un nuovo progetto, tolgono qualcosa al Sud come accaduto con i fondi Fas» ha detto Marini che ha avuto il compito di illustrare il contenuto degli emendamenti: «Abbiamo proposto alcune affermazioni di principio per cui il federalismo è tale solo se prevede lo sviluppo dei territori arretrati; abbiamo chiesto che i servizi essenziali ai cittadini siano garantiti a prescindere dal rapporto dipendenti/popolazione, cosa che altrimenti colpirebbe i piccoli comuni calabresi; e poi, la rimodulazione delle accise per quanto riguarda le fonti di energia rinnovabile, anche in considerazione delle nostre due centrali idroelettriche; maggiore attenzione agli investimenti infrastrutturali di cui la Calabria è carente».
Minniti, infine, ha ribadito l’importanza di alcune questioni che non possono essere eluse o rimandate: «La prima riguarda la possibilità per i comuni di realizzare le opere già cantierizzate e per cui dispongono delle risorse economiche anche se ciò dovesse violare il patto di stabilità; la seconda è permettere il ripiano dei debiti che la Pubblica amministrazione ha contratto con le imprese, consentendo a quest’ultime di recuperarne subito una quota parte, dando così loro una boccata d’ossigeno». E sulle recenti esternazioni del premier, l’ex ministro ombra si è detto convinto che «la crisi economica non si può sottovalutare né ridurre ad una questione psicologica: rimane pur sempre valida la nostra proposta di una assegno che tuteli i lavoratori licenziati privi di sostegno. Riproporre il tema del Ponte sullo stretto è stata una mera operazione di marketing, fumo negli occhi ai cittadini, per distrarli dallo stato pietoso in cui versa il territorio calabrese: si riparta da qui e poi si pensi alle grandi opere».

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