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di PAOLO OROFINO
C’è un’accelerazione nell’inchiesta sulle donazioni e testamenti sospetti all’Istituto Papa Giovanni. Un notaio potrebbe essere sentito come testimone. Nel mirino del procuratore di Paola, Bruno Giordano e del pm Eugenio Facciolla sono finiti diversi testamenti ed una lista di donazioni apparentemente sottoscritte
da ospiti della casa di cura, in favore dell’Istituto o di alcuni dipendenti della struttura, figuranti come tutori. L’attenzione della magistratura si sarebbe
concentra soprattutto su tre nomi, che all’epoca dei fatti al vaglio degli inquirenti erano molto vicini a don Giulio Sesti Osseo, fondatore del centro d’accoglienza, deceduto quattro anni fa. Quasi tutte le pratiche relative alle eredità e alle largizioni finite sotto la lente della procura della Repubblica,
portano la firma di un notaio della zona, che a giorni potrebbe essere convocato dai magistrati per essere ascoltato come “persona informata sui fatti”. Si tratterebbe anche di cospicui lasciti in favore della Fondazione, che si sospetta
siano frutto falsificazioni e non dell’effettiva volontà dei degenti. Dagli archivi del Papa Giovanni, in merito a questo filone investigativo sta uscendo di tutto e di più, anche in termini di disordine. Sta emergendo soprattutto una gran confusione, pure su atti di una certa importanza, catalogati anni addietro con una certa sufficienza. Ciò rende ancor più complicate le indagini, che pertanto
stanno procedendo a piccoli passi. In questa fase iniziale gli investigatori si stanno preoccupando, più che altro, di mettere in ordine le carte accatastate trovate negli armadi dell’Ipg. Qualcosa di anomalo, però, è subito balzata agli occhi della polizia giudiziaria delegata dal pm. Sono scattati, quindi, i necessari approfondimenti,che pare abbiano già portato qualche riscontro ai sospetti.
INDAGINI A RITMO SERRATO ANCHE SU SCOMPARSE E MORTI SOSPETTE.
«Sentiremo tutte le persone che possono dare un contributo all’inchiesta». Ha
detto il procuratore Giordano, ritornando sulla vicenda, dopo che trasmissioni come “Perfidia” e “Chi l’ha visto?” in questi ultimi giorni hanno nuovamente trattato l’inquietante tema delle misteriose scomparse e delle morti sospette
avvenute all’Istituto di Serra d’Aiello. Nel corso dei due programmi televisivi si sono registrate le testimonianze di familiari di ospiti del Papa Giovanni, circa gravi situazioni che si sarebbero verificate nei reparti della struttura sanitaria. «Ringraziamo tutti – ha aggiunto il procuratore di Paola – e possiamo garantire, sin da adesso che non sarà tralasciato nulla. Sulle le dichiarazioni,
soprattutto quelle dei parenti dei ricoverati che stiamo sentendo in questi giorni, possono rappresentare un riscontro alle ipotesi investigative, che stiamo
formulando sulle morti sospette e sui casi di scomparse dall’Istituto. Certo, non possiamo eseguire i singoli episodi, né affidarci alle sollecitazioni del momento.
Ci stiamo sforzando di dare un lavoro sistematico e capillare che abbraccerà tutte le situazioni che vengono segnalate. Seguiamo la nostra strada – ha concluso
– ed alla fine tireremo le somme del nostro lavoro». Durante una puntata televisiva di “Perfidia”, il programma di Antonella Grippo, la sorella di un
degente morto all’Ipg, ha riferito di aver trovato il congiunto con ecchimosi su varie parti del corpo. Mentre, mercoledì sera, alla trasmissione “Chi l’ha visto?” si è parlato di un’anziana deceduta con diverse lesioni al cranio, accertate in un secondo tempo dai medici dell’ospedale di Cosenza, a seguito della denuncia dei familiari.

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