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di MATTEO COSENZA
Forse aveva ragione il presidente del consiglio regionale, Giuseppe Bova, quando ha rimproverato Loiero per non aver ingaggiato una battaglia con il governo
nazionale sul debito della sanità: era meglio, sosteneva Bova, predisporre un piano di tagli da lacrime e sangue per poi mettere Palazzo Chigi di fronte alla
difficoltà di assumersi la responsabilità del commissariamento.
Loiero, ancora fedele alle vecchie logiche del potere della Prima repubblica quando si cogestiva o, come si diceva, si governava consociativamente tutto o quasi tra maggioranza e opposizione, ha pensato che in una normale dialettica tra Stato centrale e Regioni anche Berlusconi avrebbe giocato un ruolo responsabile. Ha commesso lo stesso errore che il centrosinistra nelle sue varie accezioni ha fatto nei lunghi anni appena trascorsi quando ha pensato di cogestire con Berlusconi i passaggi più delicati della situazione politicanazionale, a partire dalla Bicamerale.
Si è visto come è andata a finire. Silvio non cogestisce, nel suo Dna c’è altro.
Ciò detto, dunque, sulle responsabilità del governatore calabrese, non si può restare indifferenti di fronte alla partita che il premier sta giocando con la Calabria.
L’obiettivo è chiaro: riprendersi la Calabria e la Campania alle elezioni dell’anno prossimo. Con la Campania il lavoro è stato fin troppo facile. In mezzo c’era l’immondizia che sommergeva Napoli e dintorni. Qualcuno ha anche sospettato che quella improvvisa e irrisolvibile emergenza avvenisse non a caso, tanti erano i precedenti più o meno analoghi verificatisi in anni passati: fu, per esempio, grazie ad un’emergenza delgenere che alla fine degli anni Ottanta il comune di Napoli decise la privatizzazione del sistema di raccolta dei rifiuti. In Campania, comunque, Berlusconi ha avuto gioco facile perché, pur essendo vero che le cause del disastro-immonidizia affondassero anche negli anni di governo del centrodestra, sicuramente il centrosinistra aveva avuto tutto il tempo per porvi rimedio se avesse avuto il coraggio di affondare il bisturi nella ferità e
della conseguente temporanea impopolarità. Gioco facile e partita vinta, sarà un bel problema per il centrosinistra risalire la china nel 2010 dalle parti del Vesuvio. La situazione calabrese è oggettivamente un po’ diversa.
Intanto si potrebbe ricordare che nel corso di questi anni di governo Loiero non si è avuta affatto la sensazione che in consiglio regionale esistesse una forza di opposizione. Ma questo è ilmeno. Si sa, perché è così ed è dimostrato, che il deficit, ancora da quantizzare peraltro, risale in grandissima parte al periodo
del governo Chiaravalloti. Loiero e la sua giunta hanno colpe nel non aver predisposto per tempo tutte le misure per l’accertamento e il rientro dal debito?Lui sostienedino, la questione è aperta. Ma resta il fatto che quel debito non
è frutto che forse in minima parte del suo governo.
E allora la minaccia, che poi si tramuterà inevitabilmente in una decisione, lanciata così perentoriamente da Berlusconi in persona, di commissariare la sanità calabrese ha un sapore indigesto. Si parla tanto di cose che accadono ad orologeria, verrebbe da pensare che anche questa uscita sia fatta con un occhio
all’orologio e abbia più che lo scopo di rimettere a posto i conti della sanità calabrese quello di creare le condizioni per un cambio di governo da preparare per tempo.
Tra le istituzioni sarebbe necessaria ben altra dialettica, soprattutto è forte la
preoccupazione che tutto quello che sta accadendo e che potrà accadere abbia ben
poco a che vedere con gli interessi della Calabria, anzi viene fatto sulla sua pelle. Non sarebbe la prima volta e neanche l’ultima. Ma è bene saperlo a futura memoria. Per i responsabili di dentro e per quelli di fuori

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