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di SALVATORE SANTORO
POTENZA – De Filippo toglie la consegna del silenzio: sono ricominciati gli incontri per definire la nuova giunta che guiderà la regione nei prossimi anni. Vito De Filippo, il governatore rieletto con oltre il 60 per cento, ieri ha “riaperto” la porta del proprio ufficio al primo piano del palazzo della giunta a via anzio a Potenza a i segretari e leader dei partiti che compongono la nuova maggioranza di centrosinistra.
Dopo aver intimato il silenzio a tutti sulle poltrone da assessore – fino al risultato del ballottaggio per il sindaco di Matera (giochi che si sono chiusi ieri con l’elezione al fotofinish di Salvatore Adduce) – come promesso, ieri De Filippo ha convocato tutti i leader del centrosinistra per iniziare gli incontri che porteranno alla scelta dei nomi e delle deleghe da assessore.
Non sono emerse indicazioni precise. Sono, queste, le fasi iniziali delle trattative e delle valutazioni politiche sul prossimo esecutivo regionale anche se è evidente che anche durante le due settimane di silenzio chiesto da De Filippo («chi parla è fuori dalla giunta» avrebbe detto De Filippo due settimane fa) qualcosa si è mosso.
Almeno nella mappa dei partiti che saranno rappresentati dai vari assessori. Due assessori dovrebbero essere del Partito democratico. Uno per l’Idv, per l’Udc, uno al Partito socialista e uno ai Popolari. Chiaro che non c’è nulla ancora di definito al cento per cento. Ma questa sembra la traccia su cui si muovono le trattative. Sembra fuori dai giochi il partito di Rutelli e cioè quell’Api che ha eletto un solo consigliere regionale, Alessandro Singetta, ma che alla vigilia del voto sembrava aver strappato un’ipoteca assessorile per la coordinatrice regionale, Vilma Mazzocco che tra l’altro essendo donna garantiva una partecipazione di genere nell’esecutivo. Non dovrebbe andare così anche se lo sviluppo delle vicende e l’assenza completa di donne in consiglio potrebbe pesare non poco a favore della numero uno di Rutelli.
Per rimanere ai partiti che sembrano avere change per un posto da assessore ci sono la Sel che in consiglio ha portato Giannino Romaniello, la Federazione di sinistra (Rifondazione più Comunisti italiani) e Idea (Verdi) che non hanno eletto nessun loro rappresentante in consiglio regionale. Chi invece, sembra non “accontentarsi” di un solo probabile assessore è l’Italia dei valori che di consiglieri ne ha eletti 3 e che è la seconda “colonia” partitica del centrosinistra dopo il Partito democratico. Alla fine in pole per l’assessorato sembra esserci il primo degli eletti dipietristi, Enrico Mazzeo. Difficile che possa essere riconfermato assessore uscente dell’Idv, Antonio Autilio. Per Mazzeo in ogni caso dovrebbe essere la sbarrata la strada per la delega alla Sanità. Ci sarebbe infatti, una sorta di “accordo” per non affidare a nessun medico la guida del settore sanitario lucano.
E in questo scenario si potrebbe aprire la strada per la riconferma anche per l’inizio della prossima legislatura in qualità di assessore esterno alla Salute di Antonio Potenza. Il segretario regionale dei Popolari uniti, che tra gli scranni del consiglio hanno riconfermato Luigi Scaglione, verrebbe riconfermato anche per completare con il direttore generale Rocco Rosa, la riforma di tutto il sistema sanitario. Un avvicendamento, oltre ad alzare il livello di scontro tra alcuni consiglieri eletti, metterebbe a rischio anche il lavoro fin qui portato avanti negli scorsi due anni. Un assessorato sicuro c’è per l’Udc. Non si sfugge e Agatino Mancusi è l’unico nome sicuro che trapela mentre l’ltimo assessorato potrebbe essere appannaggio del Partito socialista con Rocci Vita su tutti. Sempre che la presenza femminile non venga risolta proprio ai danni dei socialisti.
Rimarrebbero le due caselle in giunta da assegnare al Pd, scontato che Vincenzo Folino sarà il prossimo presidente del consiglio. I nomi, al momento più gettonati sono quelli di Erminio Restaino per il quale si parla delle Infrastrutture e di Vincenzo Santochirico che potrebbe essere riconfermato all’Ambiente e alla vicepresidenza della giunta. I giochi sarebbero così chiusi con uno dell’area Franceschini e uno de Ma in casa Pd la tensione è a mille. Sarebbe fuori il primo degli eletti e recordman con oltre 13 mila voti, Marcello Pittella che non fa certo salti di gioia all’ipotesi di essere designato capogruppo democratico. Le ambizioni iniziali erano e sono diverse.
In questo caso le varie anime congressuali del Pd sarebbero rappresentate da Restaino per Franceschini e dai bersaniani di Speranza con Santochirico e Folino presidente del consiglio. Per i bersaniani di Adduce la presidenza della giunta di De Filippo. Ma il tavolo potrebbe saltare per i malumori di Maria Antezza che spinge per l’assessorato a Luca Braia primo degli eletti a Matera. Alla senatrice di Matera non andrebbe giù la scelta del Pd su Santochirico. E da autorevoli indiscrezioni, Maria Antezza sembra che potrebbe addirittura non dimettersi dal consiglio regionale (è stata eletta nel listino) e proporsi personalmente come unica assessore donna. La partita è complessa. Chiaro che Antezza punta grosso ma potrebbe accontentarsi della riconferma assicurata nel 2013 al Parlamento.
Punto di svolta comunque dovrebbe essere la direzione regionale del Partito democratico che si svolgerà sabato prossimo. Si annuncia clima infuocato, ma alla fine la situazione dovrebbe essere più chiara. O più caotica. Non sarebbe una novità.

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