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di FABIO AMENDOLARA
LA cancelliera Vanessa Galloway chiama il processo «contro l’imputato che il 12 novembre del 2002 uccise Heather Barnett». Gli agenti della sicurezza portano in aula un ragazzone con gli occhi cerchiati, la barba incolta e la stessa felpa grigia del giorno dell’arresto. Le generalità «Danilo Restivo, nato in Italia il 3 aprile del 1972, domiciliato a Bournemouth, Capston road». Danilo risponde: «Yes, yes, yes». Poi ha solo il tempo di chiedere la presenza di un interprete che traduca dall’inglese ciò che la corte ha da dirgli e di prendersi qualche insulto dal pubblico. L’udienza di convalida del suo arresto dura sei minuti. Nell’aula numero quattro del tribunale di Bournemouth i giudici lo hanno formalmente accusato di aver commesso il delitto Barnett.
«Mostrava i primi segni di stanchezza, dopo le 48 ore passate nella stazione di polizia di Pool, dove i detective britannici lo hanno sottoposto a estesi interrogatori», riferisce il corrispondente dell’agenzia Ansa Mattia Bernardo Bagnoli.
Il giudice Malcolm Weale, presidente della corte del Tribunale di Bournemouth, ha spiegato in aula: «Il reato per cui si procede va giudicato dal Tribunale della corona. Rinvio quindi l’imputato alla Crown court di Winchester per il processo».
L’udienza preliminare si terrà il 28 maggio. Nel frattempo Danilo rimarrà detenuto in custodia cautelare.
Ha chiesto di poter accedere alla libertà vigilata su cauzione.
L’istanza, però, verrà valutata dalla Crown court di Winchester solo lunedì. Se la domanda verrà respinta, i termini della custodia cautelare varranno fino al 19 di novembre, poi potranno essere prorogati.
L’udienza preliminare di venerdì, invece, servirà a imbastire i termini del processo vero e proprio, che potrebbe iniziare anche fra un anno. Il giudice gli chiede come si dichiara. Danilo, tramite il suo avvocato, Tracey Watson, si dichiara «non colpevole».
Qualcuno grida: «Sacco d’immondizia». La polizia lo porta via.
«L’aula era piena», riferisce chi era presente. Ed erano tutti lì per lui, visto che l’imputato comparso prima di Danilo era un anziano signore di 86 anni beccato mentre guidava il suo furgone a 36 miglia all’ora in un’area dove il limite è di 30.
Il delitto di Heather Barnett ha sconvolto l’opinione pubblica a Bournemout.
Per familiari e conoscenti di Heather questa giornata rappresenta la prima pietra miliare «certa» in una vicenda molto complessa.
«E’ stata un’esperienza molto toccante: dopo tanti anni ho potuto vedere in tribunale chi ha ammazzato la mia Heather», ha raccontato David Marsh, ex marito della Barnett. Fu il primo a essere sospettato di essere l’assassino.
Lo rimisero in libertà dopo il primo interrogatorio. E all’epoca lui era già convinto che il responsabile del delitto fosse proprio «l’uomo di Potenza». Ora dice: «Vedere l’assassino in aula è stato positivo. Ma abbiamo ancora un lungo viaggio davanti». Ovvero il processo.
Anche Ben Barnett, il fratello di Heather, la giudica una giornata importante: «Noi abbiamo sempre avuto dei sospetti su chi fosse il responsabile dell’omicidio di mia sorella. Ma nel mio Paese un uomo va considerato innocente sino a che non viene provato il contrario, quindi non voglio avere pregiudizi e aspettare il verdetto del processo».
I primi pensieri di Ben, una volta venuto a conoscenza dell’incriminazione di Restivo, sono comunque andati alla famiglia Claps: «Non appena i detective mi hanno informato di cosa stava per accadere la prima persona che ho chiamato è stata Gildo Claps».
All’udienza c’era anche Mark Cooper. E’ il detective suprintendent della squadra investigativa della Dorset police. E’ l’anziano della squadra.
Lavora al delitto di Heather Barnett dal 2002. Prima come collaboratore di Phil James che, all’epoca, era il detective più alto in grado. Ora come titolare dell’inchiesta.
Secondo Cooper, gli ultimi sviluppi dimostrano «la professionalità, l’impegno e l’instancabile lavoro svolto dallo staff della polizia del Dorset e degli agenti che hanno lavorato sul caso di Heather.
I nostri pensieri – ha aggiunto – vanno alla sua famiglia, che in questi sette anni hanno mostrato straordinaria forza e coraggio».
I detective britannici continuano a restare in contatto con i loro colleghi italiani impegnati a risolvere il mistero che ruota intorno alla morte di Elisa Claps.
Proprio il ritrovamento del suo corpo nel sottotetto della chiesa della Trinità, a quanto pare, ha fornito spunti decisivi alle autorità inglesi per muovere le accuse contro Restivo.
Il detective Cooper è affiancato da un investigatore «senior». Un ispettore: Jez Noyce che, qualche mese fa, è stato in Italia.
A Bournemouth, la città a sud di Londra in cui otto anni fa si è trasferito Danilo Restivo, dicono che l’ispettore sia un esperto di delitti seriali.
Il detective Cooper lo ha incaricato di seguire personalmente l’aspetto che riguarda le ciocche di capelli rinvenute il giorno dell’omicidio nella mano sinistra di Heather.
Una prima comparazione del dna ha accertato che quei capelli erano stati tagliati a un’altra donna. Un’analisi specifica effettuata con tecniche forensi modernissime ha poi dimostrato che il proprietario aveva visitato una zona tra Valencia e Almeria, tra la Spagna e il sud della Francia, circa sei giorni circa prima del taglio.
E’ stato possibile stabilirlo grazie alle reazioni che hanno i capelli rispetto al tipo di alimentazione. Gli esperti ritengono che la persona a cui appartenevano quei capelli aveva passato alcuni giorni in Spagna, ma gli investigatori inglesi non escludono che possa essere italiana.
Ecco perché l’ispettore Noyce è venuto più volte a Potenza.
I suoi sospetti si basano su una serie di coincidenze. Eccole: Il 12 settembre del 1993 scompare a Potenza Elisa Claps. Danilo Restivo, giovane studente, è l’ultimo che la incontra. I riscontri della polizia mettono in luce alcune contraddizioni nelle sue dichiarazioni. C’è un lasso di tempo che rimane sguarnito da prove.
Un lasso di tempo che «corrisponde in modo sinistro», secondo gli investigatori, a quello della scomparsa di Elisa. Il 12 novembre del 2002 a Bournemouth viene rinvenuto il corpo senza vita di una sarta: Heather Barnett. E’ nel bagno di casa. Lo trovano i suoi figli di ritorno da scuola. L’assassino l’ha uccisa a martellate, le ha asportato i seni e le ha messo in una mano una ciocca di capelli di un’altra donna. Heather e Danilo sono vicini di casa. Lui era passato a trovarla per chiederle di confezionargli una tenda. Lei aveva riferito a un’amica che pensava che le fossero state rubate le chiavi di casa da un vicino italiano. Alcune ragazze di Potenza riferiscono di aver visto Restivo tagliare ciocche di capelli e 14 ragazze di Bournemouth hanno raccontato alla polizia che qualcuno girava sugli autobus con un paio di forbici. Anche a Potenza ci sono testimonianze dello stesso tipo.
E’ questa la chiave per risolvere il delitto? I detective della Dorset police ritengono di sì.

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