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di GIOVANNI MARTEMUCCI
LA VICENDA del parco urbano di Serra Venerdì ritorna d’attualità con la lettera aperta inviata ieri al Sindaco di Matera dal progettista dell’opera, il professor Carlo Pozzi. L’architetto che insegna alla Facoltà di Architettura di Pescara è disponibile a collaborare con l’Amministrazione per trovare una soluzione che renda fruibile la vasta area di verde attrezzato. Una zona che oggi è un enorme monumento allo spreco e all’abbandono. Un’offesa alla città che non può utilizzarla perché mancano le luci e le strutture, tutte fuori uso. Un’area senza un piano di gestione che forse è un’offesa anche all’architettura visto che per i suoi contenuti progettuali il parco di Serra Venerdì è stato incluso nell’Almanacco dell’architettura italiana (edizioni Electa 1993) mentre nel 1997 è entrato a far parte del volume “Storia dell’architettura italiana” di Francesco Dal Co. Insomma un’opera apprezzata dalla cultura architettonica italiana ed europea ma bistrattata dall’Amministrazione e dai cittadini. «Sono passati molti anni -scrive Pozzi- da quando ho progettato e diretto con l’architetto Rocco Tosti e il Prof. Antonio Conte, quest’ultimo in qualità di consulente, la realizzazione del Parco di Serra Venerdì. Il progetto è stato realizzato speditamente e correttamente da imprese locali, ma successivamente alla realizzazione è mancata, da parte dell’Amministrazione realizzatrice e ancor più da quelle successive, la capacità di assegnarne la gestione a qualsivoglia cooperativa locale (di giovani, di anziani) che sapesse cogliere l’occasione per mantenere in vita questa importante struttura nel centro della città».
Dalla conclusione dei lavori il parco ha però vissuto una specie di divaricazione: da un lato il degrado dovuto all’abbandono e alla mancata custodia; dall’altro la “celebrazione” in numerose pubblicazioni di architettura internazionale. “Recentemente -continua Pozzi- il “parco abbandonato” ha destato ancora l’interesse di una rivista locale “Il Lucano” che nel numero di aprile 2009 ha pubblicato un articolo con una interessante documentazione fotografica che metteva in triste comparazione lo stato delle opere alla conclusione dei lavori e quello degradato di oggi. L’articolo ha avuto il ruolo di rimettere il “dito nella piaga”, almeno per quanto mi riguarda prevenendo la demenziale idea proposta dall’amministrazione precedente (Buccico n.d.r.) che non ha avuto il tempo per metterla in pratica: di “seppellire” la fontana nel quartiere perché troppo costoso mantenerla (!): ne è seguito un dibattito interessante con la presa di posizione contraria al “seppellimento” dell’Ordine degli Architetti e di singole personalità”.
Il professor Pozzi si appella all’interesse che Adduce ha per le dinamiche urbane, chiedendo al primo cittadino “di riaprire in qualche maniera questa vicenda, anche alla luce della recente iniziativa relativa al laboratorio di progettazione e sperimentazione “Matera, città dei bambini” che partirà dal quartiere Serrà Venerdì”.
“Mi metto in tal senso a tua disposizione -conclude Pozzi- disinteressatamente per una eventuale consulenza, mosso solo da sentimenti di dedizione verso una città che mi è particolarmente cara – disponibilità e dedizione totalmente condivisi con l’architetto Tosti – come credo di aver dimostrato più volte ed ultimamente con la redazione della voce “Matera” dell’Enciclopedia Italiana Treccani (XXI secolo settima appendice), Roma 2007”.
Negli ultimi 15 anni Pozzi ha scritto a tutti i sindaci di Matera che si sono succeduti denunciando il degrado del parco e la mancata gestione del complesso senza mai ricevere risposta.

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