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«Sono seriamente preoccupato per il futuro del Pd calabrese non tanto per le vicissitudini che lo stanno relegando in un tunnel quanto perchè non si intravede neanche in lontananza un barlume di luce che faccia capire quanto sia lungo questo tunnel». Lo afferma il dirigente regionale del Pd Calabria, Mario Muzzì, intervenendo nell’acceso dibattito nel partito di Pierluigi Bersani. «Si sono smorzati i toni della polemica post elettorale, – aggiunge Muzzì – ma è scemato anche quel fermento territoriale che aveva caratterizzato positivamente il dibattito sulla necessità di radicare il partito nei territori da dove partire per la realizzazione di quell’identità che tutti abbiamo riconosciuto indispensabile per avviare la fase della costruzione del PD in Calabria». «Non si percepiscono segnali di risveglio – dice – sul versante di un partito che si attrezza per diventare il punto di riferimento di un centro sinistra che balbetta e che non ha le idee chiare sul come affrontare le imminenti battaglie elettorali, amministrative e forse politiche! Nessuna novità di rilievo per quanto concerne il funzionamento dei vari organismi regionali, provinciali e locali, che languono stancamente senza avere indicazioni registrando abbandoni, dimissioni, distinguo e quanto altro serva per rendere più complicata la vita del PD».
«Ognuno – prosegue – si crea un’immagine del PD a sua immagine e somiglianza e si va avanti come se la crescita (se non la stessa sopravvivenza) di questo partito non rappresentasse più l’obiettivo fondamentale per il quale la Direzione Nazionale ha deciso di commissariare un’intera classe dirigente che si era dimostrata inerte e incapace di fare una seria analisi sulle cause di una sconfitta senza precedenti che, proprio per le sue dimensioni, non era ascrivibile alle responsabilità del solo segretario regionale, ad una parte del partito o alla sola componente istituzionale!» “Non sto qui a rivendicare, come fanno in tanti che ancora si ostinano a pensare che le cose potevano andare in modo diverso se si fosse dato ascolto alle loro profetiche considerazioni, la validità della mia proposta contenuta nel documento che depositai all’ultima direzione regionale, ma vorrei che tutti insieme si potesse valutare univocamente che il Commissariamento non era e non poteva rappresentare la panacea ai mali del PD calabrese e che l’unica strada da percorrersi era ed è quella dell’unità del partito! Avevo chiesto ed invocato un’assemblea generale di tutto il partito calabrese nelle sue varie componenti organizzative e istituzionali per verificare proprio la consistenza unitaria del corpo di questo PD calabrese: ora diventa ineludibile concretizzarla se non si vuole rischiare di soccombere alla bancarotta politica prima che sia troppo tardi e con un approccio riconoscitivo dell’evidenza che il commissariamento, volenti o nolenti, è stato deciso!. Ed allora – conclude Mario Muzzì – ben venga il rimbocchiamoci le maniche o il tutti insieme appassionatamente purchè il fine sia quello di un partito diverso, con una storia diversa e per una Calabria migliore: senza tatticismi e senza infingimenti, senza strabismi e, soprattutto, senza sguardi verso orizzonti che si allontanano sempre più!».

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