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di ROSSELLA MONTEMURRO
TURSI – “Penso che la vita sia una questione di attimi, positivi o negativi.
Quell’attimo non sai mai quando arriva”.
Un attimo che si è tramutato in un inferno di acqua, fango e rami e che, solo grazie alla prontezza di spirito del carabiniere scelto Giovanni Spedicato, effettivo nella stazione di Stigliano, non ha avuto conseguenze tragiche.
E’ stato lui a mettere in salvo due donne (una originaria di Senise, l’altra di Stigliano), martedì mattina, intrappolate nelle loro auto per le acque esondate del fiume Agri in località Caprarico.
“Dalla Compagnia di Pisticci stavo tornando a Stigliano quando un collega mi ha segnalato l’interruzione della Statale a causa delle forti piogge.
Mi ha consigliato di rientrare in reparto percorrendo la strada statale direzione 598. – ha detto il militare –
La macchina di servizio, la Stilo, ondulava. Sembrava che stessi su una barca. Da sinistra, da una specie di altura a forma di collina, affluivano fango e rami. La strada era inondata, l’auto ha iniziato a imbarcare acqua. Vedevo il fumo che usciva dal cofano. Ad un certo punto ho perso cognizione del tempo e dello spazio, non riuscivo a orientarmi, vedevo solo acqua rossa e fango”.
Il militare ha notato una Volkswagen Lupo inclinata sul lato destro: “Ondeggiava, dentro c’era qualcuno. Era una signora che cercava di aprire lo sportello per mettersi in salvo ma a causa della corrente, fortissima, non riusciva a liberarsi.
L’ho raggiunta, l’ho fatta salire sulla Stilo ma le ruote ormai non giravano più, era come se fosse la macchina fosse sospesa.
Ho percorso una decina di metri, appena in tempo prima che ci accorgessimo che alle nostre spalle veniva giù di tutto. Ho visto questa massa che scendeva, che ci ha toccato marginalmente. Non so come sia riuscita la Stilo a uscirne fuori”.
Scesi dall’auto, sporchi di fango, con l’acqua che raggiungeva le ginocchia, hanno visto che poco distante c’era una Citroen C3.
“La signora all’interno era paralizzata.
Aveva gli occhi sbarrati su quella che era una scena apocalittica. La signora si era bloccata, non voleva scendere, non mi dava retta, guardava dritto davanti a sé. Le ho detto di scendere altrimenti saremmo morti”.
Appena è riuscito a convincere la signora a scendere, Spedicato con le due donne è salito in macchina per dirigersi verso la 598.
“La radio del veicolo e tutti nostri telefonini prendevano solo a tratti. Non sono riuscito a contattare la mia centrale. Ci siamo rifugiati sotto un ponte, al chilometro 107,400 e abbiamo aspettato i soccorsi”.
Sono giunti i colleghi dell’Arma, i vigili del fuoco e gli uomini protezione civile.
Questi ultimi hanno recuperato la Lupo in un canalone, la corrente infatti aveva portato via il mezzo. Sulle prime temevano il peggio, pensando che a bordo ci fosse qualcuno.
“Sono eventi imponderabili della vita. Io non sarei dovuto essere lì, non ero in servizio operativo ma in servizio logistico.
Aver salvato due persone mi gratifica più di qualsiasi altra cosa.
E’ l’esperienza più forte che abbia mai vissuto a livello professionale. Mi auguro che una situazione simile non capiti a nessuno e, se dovesse capitare, che possano raccontarla”.

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