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Nove cd contenenti le 500mila pagine degli atti relativi alle quattro istruttorie ed ai processi, svolti a Catanzaro e Bari, sulla strage di Piazza Fontana. La conclusione del lavoro di digitalizzazione è stata presentata ieri sera a Catanzaro in un incontro al quale ha partecipato il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, Guido Salvini, che negli ’80 riaprì le indagini sulla strage.
All’incontro ha partecipato il direttore del Quotidiano della Basilicata, Paride Leporace, che nel 2004, dalle colonne del Quotidiano della Calabria, di cui era caporedattore, lanciò la campagna per salvare gli atti della strage di Piazza Fontana che erano abbandonati in uno scantinato del tribunale di Catanzaro.
La denuncia lanciata dal Quotidiano della Calabria fu ripresa poi dall’Associazione culturale calabrese ‘AltraCatanzaro’ e dal Corriere della Sera. Dopo tre anni il Ministero della Giustizia dispose la digitalizzazione degli atti che si è recentemente conclusa. «Nel 2004, quando ero al Quotidiano della Calabria, – ha detto Leporace – ricevetti la telefonata dello storico Fabio Cuzzola il quale mi raccontò che gli atti su Piazza Fontana stavano per andare perduti. Da quel giorno ho avuto la possibilità di dare inizio ad una campagna di stampa per cercare gli salvarli. Ma non siamo stati i soli perchè poi si è aggiunto il Corriere della Sera. Questa sera celebriamo una vittoria importante».
Per Daniela Palaia, dell’Associazione ‘Diritto di difesa’, per arrivare alla digitalizzazione degli atti, c’è stata una “battaglia civile partita dal basso».
Il giudice Salvini ha poi ripercorso le difficoltà nello svolgimento delle indagini. «Piazza Fontana – ha detto – è il centro di una strategia iniziata negli anni sessanta e proseguita almeno fino alla metà degli anni settanta. La digitalizzazione degli atti è un traguardo importante perchè se durante le indagini avessi avuto questo strumento, le cose, forse, sarebbero andate diversamente».
Guido Salvini, che alla fine degli anni ottanta riaprì le indagini sulla strage di Piazza Fontana, ha poi aggiunto che «negli ultimi 2-3 anni stanno emergendo nuovi elementi di verità e piano piano qualcosa di nuovo si aggiunge».
«I familiari delle vittime – ha proseguito – hanno fatto istanza di riaprire le indagini e ritengo che questa richiesta è fondata. Ci sono persone che vanno sentite e bisogna farlo subito perchè si tratta di soggetti che ora hanno una avanzata età anagrafica. Credo che tanti strumenti che abbiamo oggi, come ad esempio la digitalizzazione degli atti che si è conclusa da poco a Catanzaro, possono aiutarci.
In questi Cd, infatti, è possibile trovare immediatamente dei riscontri ad eventuali dichiarazioni». «Voglio fare un brevissimo esempio – ha aggiunto Salvini – per far capire come gli atti digitalizzati possono aiutare ad andare avanti nelle indagini. Nel processo che si è celebrato a Milano mancavano dei riscontri alle dichiarazioni del pentito Carlo Digilio sui suoi incontri con Giovanni Ventura. E questo è stato uno dei motivi dell’assoluzione. Abbiamo scoperto adesso che, nella mole immensa degli atti di Catanzaro, c’è una agenda di Ventura in cui erano segnati gli incontri con Digilio esattamente nei giorni in cui il pentito aveva indicato».
«Se avessimo avuto quello strumento – ha concluso – subito consultabile avevamo subito il dato di riscontro e oggi tutto questo è possibile. Purtroppo nel processo che è finito non l’avevamo e quell’agenda è rimasta sepolta tra mille reperti e la Corte d’assise non l’ha potuta nemmeno vedere».

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