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«Questo piombo non è indirizzato a lei ma a tutti coloro che fanno parte del comitato d’affari che abbiamo citato in questo scritto per conoscenza vostra»; è quanto riporta il messaggio della lettera arrivata ieri mattina in un plico giunto presso la redazione centrale del Quotidiano, a Castrolibero, contenente quattro fogli dattiloscritti in carattere maiuscolo e un proiettile di pistola calibro 9. L’anonimo autore del documento si rivolge al direttore del giornale e indica una serie di fatti e circostanze ascrivibili a una lobby crotonese che comprende candidati, personaggi politici, rappresentanti delle istituzioni e imprenditori.
Un documento in cui si lanciano anche accuse di collusione con la ‘ndrangheta e si invita la Dda di Catanzaro a indagare. Lo si fa nell’imminenza del voto per il rinnovo del consiglio comunale di Crotone e durante una campagna elettorale caratterizzata da scambi di accuse durissime e molto combattuta (nove i candidati a sindaco). Il plico è stato acquisito dai carabinieri che stanno facendo approfondimenti investigativi. Era indirizzato al compianto direttore responsabile Francesco Gallina.
Sempre nella giornata di ieri, un altro atto intimidatorio si è verificato ai danni di Antonella Stasi, vicepresidente della giunta regionale, la quale ha ricevuto nel suo ufficio di Catanzaro un plico, contenente una lettera minatoria e un proiettile. La Stasi, in questo periodo molto impegnata nella campagna elettorale crotonese, oggi sarà sentita dalla Digos della Questura di Catanzaro, che sull’episodio ha mantenuto uno stretto riserbo.
Antonella Stasi viene peraltro citata nel documento giunto alla redazione centrale del Quotidiano nella veste di imprenditrice. La vicepresidente, contattata dal Quotidiano, ha affermato di non conoscere il contenuto della missiva.
La minaccia arrivata ieri al Quotidiano non è dunque riferita al giornale ma al comitato d’affari. Si tratta di «una dichiarazione di guerra – recita il testo del messaggio – contro chi mangia a sbafo illegalmente». L’intento di questa lobby, in grado, secondo l’estensore anonimo, di condizionare la politica crotonese, sarebbe quello di «accaparrarsi fondi regionali e comunitari». Ai membri di questo comitato gli autori della missiva intendono farla «pagare cara». A loro rinfacciano candidature frutto di un sistema di «illegalità diffusa», ma nella lettera si parla anche di «usura e collusione con esponenti della ‘ndrangheta». A loro si rinfaccia di «aver rovinato centinaia di concittadini», a «una trentina» dei quali avrebbero «preso la casa perché non avevano il modo di restituire le somme avute in prestito e perché il tasso praticato dagli usurai era altissimo e mensile». Si parla anche di discariche, di complicità negli ambienti della camorra, si inveisce contro il «pilotaggio» di candidati e contro una «schiera di amicizie». Contro sindacalisti «a trucco». Ma l’autore del documento annuncia di voler fare «in seguito» anche «un bel minestrone di nomi per la Dda di Catanzaro».

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