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di STEFANO IORFIDA*

L’Associazione Culturale Anassilaos, la cui sezione femminile è intitolata fin dal 2005 a Emanuela Loi, l’agente di scorta di Paolo Borsellino caduta il 19 luglio 2002, proprio venti anni fa insieme al giudice e agli altri colleghi, uomini della scorta, non può che aderire all’iniziativa lanciata dal Quotidiano di dedicare a Giuseppina Pesce, Maria Concetta Cacciola e Lea Garofalo la prossima Festa della Donna. La cerimonia di consegna della ormai tradizionale mimosa a donne del mondo del lavoro e delle professioni, della cultura e delle arti, del volontariato che l’Anassilaos promuove ormai da tantissimi anni, nell’ambito dell’8 marzo, sarà l’occasione per rendere omaggio al coraggio e alla disperazione di tante donne di Calabria che pagano, spesso con la vita, il loro desiderio di cambiamento. Per non essere uno stanco rito che si ripete anno dopo anno la Festa della Donna deve, di volta in volta, porre la sua attenzione sulla condizione della donna, sulla sua difficoltà, in Calabria come in Italia e nel mondo intero, di vivere una esistenza “normale”. La criminalità mafiosa ha impedito nel 2002 a Emanuela Loi di coronare il suo sogno di ragazza normale (un lavoro, un marito, dei figli) così come oggi impedisce a tante donne di coronare il loro. Gli anni (venti) trascorsi da Via D’Amelio suggerisce di pensare che per quanto molto si sia fatto, moltissimo resti ancora da fare. Ci consola e ci sprona il pensiero di una grande donna dei nostri tempi, Madre Teresa “Quello che noi facciamo – diceva – è solo una goccia nell’ oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”.
*presidente Associazione Anassilaos

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