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Hanno più volte espresso stima reciproca, l’uno ha definito l’altro «persona perbene». Per molti versi Luigi Petrone e Dario De Luca, i due sfidanti del prossimo ballottaggio dell’8 giugno, si somigliano. Stessa estrazione sociale, entrambi stimati professionisti, espressione della borghesia  potentina, con le rispettive famiglie di origini democristiane. Accomunati anche dallo stesso modo di rapportarsi, in maniera pacata e mai aggressiva.

Due profili, quindi, sostanzialmente sovrapponibili. Ma non questa volta, che lo si voglia o meno.

Per ideologia o per circostanza, il primo è il candidato sindaco del centrosinistra potentino, l’altro a capo quel pezzo di centro più orientato a destra.

E per quanto entrambi continuino a rifuggire etichette,  professandosi come avulsi da logiche di partito, interpretano un ruolo in cui l’elettorato ha bisogno di riconoscersi.

Anche sulla base di logiche di appartenenza politica. Inevitabili differenze, fino a ora non emerse, in una campagna elettorale che fino ha brillato per la sua parte programmatica. Che si è chiusa senza far emergere una vera visione di città, nè da una parte, nè dall’altra.

Differenze su cui ora ognuno dei due candidati dovrebbe puntare. Adesso che sono rimasti in due, “liberi” dalle corpose pattuglie di candidati che li hanno accompagnati nella prima fase di scontro elettorale, è proprio sulle differenze che dovranno costruire la loro sfida.

Per di più in presenza di due candidati con alle spalle due gruppi politici su posizioni completamente opposte.

Non basta proclamare una generica volontà di risanamento della città.

Dicano con chiarezza, i due candidati sindaci, come e con quali strumenti intendano farlo. Ci illuminino su cosa pensano delle politiche di welfare di competenza del Comune e su come intendono metterle in campo.

Come si pongono rispetto alla questione locali nel centro storico, all’ordinanza di divieto di somministrazione degli alcolici  da asporto, sui decibel nei pub dopo una certa ora.

E rispondano ancora a questo: come il candidato De Luca ha intenzione di rispondere in merito alle tematiche che anche a Potenza riguardano gli immigrati, essendo lui espressione di un partito che si è contraddistinto con una posizione molto chiara in merito.

Mentre Petrone, a capo di una coalizione  ampiamente differenziata al suo interno, quale parte d’ispirazione progressista ha intenzione di portare nella sua amministrazione.  Sabato il ministro Maria Elena Boschi sarà a Potenza, insieme al capogruppo Speranza, per sostenere lo sprint finale di Petrone. Sia quella l’occasione per l’avvocato per dare una maggiore connotazione politica alla sua candidatura.

All’ingegnere spetterà chiarire se, in caso di elezione, rispetto ai singoli temi starà sulle posizioni del candidato eletto in una sue liste e che arriva direttamente dal Sentiero, Antonio Vigilante, o su quelle del consigliere più votato Giampiero Iudicello che rappresenta comunque la maggioranza.

Giocare la partita sulla sola etichetta della “persona perbene” significherebbe schiacciare ancor di più una campagna fino a ora poco effervescente.

E’ ora che l’accento va spostato dalle similitudini, alla differenze.

Offrendo agli elettori la possibilità di scegliere, anche sulla base delle ideologie che i duce candidati in campo incarnano.

m.labanca@luedi.it

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