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DITA incrociate e cellulari alzati a Matera. Nella Galleria civica di Potenza, stracolma, cala il silenzio. Chi è dietro, si alza sulle punte per vedere lo schermo. Un cellulare suona ma il suo proprietario è pronto a spegnerlo al primo squillo. Via Pretoria è deserta, come spesso accade a quell’ora. Sono quasi le 18 e i negozi hanno aperto da poco. Qualche locale ha la tv sintonizzata sulla diretta da piazza San Giovanni a Matera. Ancora pochi secondi e forse la storia della Basilicata sta per cambiare radicalmente. Matera è capitale europea della cultura 2019. In galleria scatta l’applauso, c’è chi si abbraccia, chi salta, chi si commuove. Perché anche dal capoluogo di regione spesso negli anni antagonista della città dei Sassi, soprattutto dal punto di vista calcistico, c’è chi c’ha creduto fino in fondo e spera che questo sia il punto di partenza per una rinascita dell’intero territorio. Sono soprattutto i giovani fermenti culturali della città quelli che ce l’hanno scritta in faccia la gioia del momento. Dalla Luna al guinzaglio, impegnata concretamente nella candidatura con la sua mostra interattiva la Tavola celeste e l’audizione al Mibact il giorno prima del verdetto, passando per Abito in scena, Cose di teatro e musica, Noeltan Film, Unibastoreplus, Webteam e il suo ashtag #portiamomateranel2019, musicisti, artisti di vario genere, intellettuali. C’è lo scrittore Gaetano Cappelli, il direttore della Lucana Film Commission Paride Leporace, il trio La Ricotta con Antonio Centola conduttore dell’iniziativa, fortemente voluta dalla stesso e dall’amministrazione comunale in collaborazione con la tv locale Trm. E non poteva certo mancare la politica. Alcuni consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione, gli assessori comunali alla pubblica istruzione Margherita De Francesco, al turismo Rosanna Argento, alle politiche sociali Nicola Stigliani. Il sindaco Dario De Luca è il primo a intervenire ad apertura della serata, già ottimista sui risultati: “Brava Matera, bravi i Materani – ha detto – Con questa impresa è motivo di speranza per il futuro e testimonianza dell’unicità del popolo lucano”. La passerella delle istituzioni è abbastanza lunga. Prima i sindaci di molti dei paesi limitrofi, poi i parlamentari come Salvatore Margiotta e Vincenzo Folino. Anche il presidente dell’Apt di Basilicata Gianpiero Ferri e il presidente di Federparchi Basilicata Domenico Totaro sono ospiti della Galleria. Di gente comune ce n’è ma è poca, confusa tra i volti noti di chi ha più o meno un ruolo riconosciuto nella società potentina. Forse hanno preferito godersi lo spettacolo da casa o sostenere Matera direttamente sul posto. O forse non hanno gradito la location, da alcuni criticata per quel senso di nicchia che poco si conforma a quell’idea di condivisione che un evento del genere presuppone, preferendo una piazza. Nella mischia si può trovare la donna potentina che lavora a Matera e quindi vive la vittoria con uno spirito più partecipativo. Oppure, a sorpresa, un materano tra l’altro membro della Commissione di architetti per Matera 2019 che commenta così la vittoria: “Ancora non ci posso credere. E’ stato un percorso lungo e impegnativo. Tra l’altro inizialmente non sapevamo come muoverci. Il lavoro comincia adesso”. Il filo con Matera è anche nelle origini di tanti potentini. Come gli stessi Peppino e Tonino Centola del trio La Ricotta, originari di Tricarico. Anche lo sport ha fatto la sua parte, con la presenza della squadra di pallavolo Virtus Potenza e il suo allenatore Luca Nuzzo, di Lecce, e quindi con il cuore diviso a metà ieri sera. Del calcio nessuna presenza istituzionale, se non quella del giocatore del Potenza Giuseppe Lolaico. Dei tifosi manco a parlarne. Alessandro Galella, per esempio, ha preferito non comparire né in qualità di ultras né di consigliere comunale. Di questa giornata nella Galleria civica rimarranno i selfie del post vittoria di alcuni politici lucani, le spille col simbolo della capitale della cultura, le lacrime, i sorrisi, i brividi, le chiacchiere da bar. Ma soprattutto la testimonianza di come si possa camminare sul ponte tra Potenza e Matera, se al posto del cemento ci piazziamo la cultura.

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