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POTENZA – Se imprese, sindacati e associazioni di categorie stringono un patto, producono un documento congiunto per lo sviluppo della regione e chiamano ad agire la politica, trasmettendo il senso dell’urgenza, il fatto non può certo passare inosservato. Per qualcuno, gli Stati generali del Lavoro celebrati ieri al Park Hotel di Potenza rappresentano un evento storico. Se non altro, per la capacità di mettere insieme interessi differenti verso un obiettivo comune: «Rafforzare il sistema produttivo per creare lavoro stabile e dignitoso e dare impulso a un nuovo corso di azioni virtuose per un modello di sviluppo dell’economia, del lavoro, del benessere, dell’equità sociale».

Un’inedita intesa tra forze sociali e datoriali per un disegno progettuale condiviso. L’iniziativa intitolata “Un Patto tra produttori per il lavoro e lo sviluppo – La Basilicata non può aspettare” è stata voluta dalle confederazioni regionali di Cgil, Cisl e Uil e da Confindustria Basilicata, Pensiamo Basilicata, Coldiretti Basilicata. «Di fronte a uno scenario preoccupante per la tenuta dei sistemi produttivi e per la base occupazionale – hanno affermato gli organizzatori – le forze sociali e datoriali della Basilicata hanno deciso di dare avvio a un disegno progettuale comune di responsabilità. È il tempo che la Regione Basilicata maturi la consapevolezza che la materia programmazione e sviluppo non è proprietà esclusiva del governo regionale, ma richiede un confronto a tutto campo». I buoni propositi della nuova intesa messa in campo dalle forze sociali e produttive della regione sono stati concentrati in un corposo documento, suddiviso in otto macro obiettivi.

SVILUPPO E CRESCITA

È necessario – si legge nel documento – «salvaguardare, qualificare ed incrementare la base produttiva e l’occupazione; favorire il lavoro stabile e di qualità, valorizzando la contrattazione aziendale; rafforzare i fattori abilitanti dello sviluppo e ridurre le distanze con i competitori; implementare azioni per guadagnare vantaggi competitivi su altri territori.

GIOVANI E TECNOLOGIE

Il patto auspica una forte spinta agli investimenti in innovazione e al rafforzamento del «rapporto tra imprese, Università ed enti di ricerca lucani quale elemento fondativo e imprescindibile per le politiche di sviluppo».

SVOLTA GREEN

Nel documento si legge che «andare oltre la mediazione tra ambiente e lavoro e guardare alle tematiche della sostenibilità come reale e nuova opportunità di creazione di valore e lavoro è la vera sfida che abbiamo davanti». Il governo della fase di transizione energetica che porta alla decarbonizzazione richiede una nuova politica industriale e dei servizi che sappia «individuare le possibili connessioni tra sviluppo tecnologico dell’auto, le tematiche dell’attività estrattiva, la riduzione della dipendenza dalla fonte fossile, realizzare un nuovo modello di distretto energetico con la promozione di start up innovative, costituire, con le rinvenienze dalle royalties, un fondo da destinare a investimenti produttivi e strutturali che accompagnino la transizione energetica, valorizzare in chiave produttiva ma sostenibile l’uso delle risorse naturali come acqua e foreste».

AGRICOLTURA

La “Valorizzazione del territorio” può essere forza trainante della programmazione di interventi pubblici e privati. «Fare del territorio la motrice dello sviluppo locale, preservando e valorizzando il patrimonio culturale, ambientale, naturalistico e rurale inteso non più come un mero attributo qualitativo dello sviluppo ma come perno sul quale fondare una rinnovata visione dello sviluppo sostenibile».

INFRASTRUTTURE

«Va recuperato un nuovo e più fattivo protagonismo della Regione sul piano istituzionale e programmatico, ai vari livelli, per rivendicare maggiori attenzioni» e occorre «imprimere le necessarie accelerazioni agli adempimenti necessari all’effettivo avvio della ZES interregionale Jonica, che rappresenta una delle più importanti opportunità per la competitività delle imprese e l’attrattività del territorio».

LAVORO E WELFARE

Per puntare sulla coesione sociale e sul welfare (inteso come investimento e non come costo) è necessario «creare un coordinamento stabile Interdipartimentale per la coesione e il riequilibrio delle aree interne; declinare le azioni della strategia aree interne in logica dedicata e strutturale; integrare le misure e le risorse per la coesione con i programmi e fondi comunitari».

GOVERNANCE REGIONALE

I dati ufficiali che misurano la qualità della pubblica amministrazione a livello regionale, spiegano i contraenti del patto, vedono la Basilicata, insieme al resto del Sud, in fondo alle classifiche europee. Servono: «un piano occupazionale straordinario e un ricambio generazionale in seno all’amministrazione; iniziative più incisive sul terreno della semplificazione amministrativa; un rinnovato modello di governance territoriale in grado di garantire la diffusione dei servizi sul territorio in modo integrato e omogeneo; l’enfatizzazione della trasparenza; una evoluzione organizzativa in senso digitale».

TURISMO E CAPITALE UMANO

Lo sviluppo culturale è uno dei motori trainanti dell’economia. «Si rende così necessario, in Basilicata, un percorso verso un nuovo contratto di sviluppo, a matrice culturale, diffuso e generativo che coinvolga l’intero territorio regionale attraverso un progetto strategico per sostenere e valorizzare le filiere turistiche, artistico-creative e culturali che si sono definite negli ultimi anni. Un obiettivo che può essere raggiunto con il rafforzamento della cooperazione istituzionale e il suo allargamento alle parti sociali».

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