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LI vedi arrivare alla spicciolata. Qualcuno ha in mano delle bollette, altri sperano di riempire le proprie con beni di prima necessità. Scene queste, che divenute una triste realtà anche nel capoluogo lucano.

Lo sanno bene alla Caritas diocesana di Potenza che tutti i giorni si rapportano con una povertà sempre strisciante. E se prima si riusciva a rispondere ai bisogni della povera gente, con lo tzunami della crisi, si fa fatica rispondere a tutte le esigenze.

E sì perchè la crisi – stando anche all’ultimo rapporto stilato dalla Caritas (vedere scheda in basso ndr) – ha raddoppiato il numero  di persone che “subiscono” gli effetti del sistema economico.

Non solo i classici “disoccupati” si rivolgono alle strutture di assistenza. Sempre più famiglie monoreddito chiedono un aiuto materiale per far fronte alle spese, giovani con uno stipendio sotto i 600 euro e, ultimamente, anche operai (in particolare della Fiat).

«A queste categorie – ci spiega Marina Buoncristiano della Caritas di Potenza – si aggiungono quelle più colpite: gli anziani. Molte delle persone che si rivolgono alle nostre strutture sono i pensionati che non ce la fanno ad arrivare fino alla fine del mese e ci chiedono non solo beni di prima necessità ma anche il pagamento delle bollette».

La povertà alimentare è la forma di fragilità più impellente. La struttura di Bucaletto della Caritas segue con costanza circa 400 famiglie, più di 1.500 persone nel solo circondario potentino.

E rapportando i dati dei servizi (e dei soldi) erogati dal centro di ascolto di Bucaletto, rispetto a quelli della prima metà di quest’anno, si capisce come nel giro di 12 mesi, la povertà si sia “allargata”.

Lo scorso anno il centro di ascolto ha erogato aiuti economici pari a quasi 45.000 euro (3.700 euro mensili). Più di 26.000 sono serviti per pagare utenze, cartelle Equitalia e bollette varie. Dall’inizio di quest’anno, il dato più allarmante è rappresentato dall’aumento delle richieste di aiuto a cui la Caritas fa fatica a soddisfarle. Accanto alla struttura diocesana, c’è anche il ruolo che hanno le parrocchie per arginare il fenomeno. Nei loro capitoli di spesa la voce “carità” è sempre più “pesante”.

Molte sono organizzate e oltre a distribuire beni alimentari e vestiario, “adottano” famiglie pagando bollette e utenze. Anche il circondario di Potenza, subisce gli effetti della crisi. Il grido d’allarme lanciato dalla Caritas nazionale (e supportati anche dai datipubblicati dall’Istat) si riverberano come una scure anche nel capoluogo di Regione. La sensazione è che le cose potranno solo peggiorare. «Il sistema – riprende Marina Buoncristiano – è malato. C’è una difficoltà oggettiva di accedere ai servizi. Solo se si comincia a ridisegnare un modello di welfare incentrato sulla comunità, si potranno compiere azioni che abbiano un effettivo valore sociale». Il centro di ascolto di Bucaletto è una goccia in un oceano. Certo non basta per arginare. Ma basta guardare il sorriso delle persone che si rivolgono a esso, per capire che un gesto, seppur piccolo, di solidarietà, può far dimenticare le “brutture” che la vita può riservare.

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