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POTENZA – Può succedere di vivere in parti opposte del mondo eppure ritrovarsi, in qualche modo, intrecciare il proprio destino con quello di chi nemmeno si conosce.
E quello di Domenico Lorusso, il trentunenne potentino assassinato il 28 maggio 2013 per mano di uno sconosciuto a Monaco di Baviera, dove viveva, si incontrerà oggi con quello di tanti giovani provenienti da diverse parti dell’Africa, da paesi in guerra e in difficoltà, oggi a Potenza anche un po’ per caso, dopo essere sbarcati sulle coste italiane. Si giocherà infatti stasera alle 20 allo stadio Viviani di Potenza la partita tra il Potenzacalcio e l’Asd Optì Poba, costituita dai rifugiati politici che vivono nel capoluogo, ospiti principalmente presso la struttura Tourist Hotel di Rifreddo. L’iniziativa, alla sua terza edizione, è promossa dall’associazione Il pozzo della farfalla impegnata nella costruzione di pozzi in Togo. I proventi della partita, infatti, saranno devoluti all’associazione per la realizzazione di un centro di formazione a Lomè intitolato a Domenico. Perché era uno sportivo, un volontario, ma era soprattutto un educatore. Dice Don Federico, direttore dell’oratorio giovanile salesiano di Potenza dove Domenico è cresciuto, si è formato e dove ha speso gran parte della sua vita come animatore: «Domenico rappresenta a pieno il sistema preventivo educativo di Don Bosco, che spinge ad essere buoni cristiani e onesti cittadini. E Domenico era entrambe le cose. Oggi più che mai l’oratorio parla di Domenico e non mi esimo dal dire che, in una società dove i modelli proposti sono altri, è un modello da seguire, perché nelle emergenza educativa che stiamo vivendo dobbiamo promuovere il bene». Il dolore per una tragica vicenda si trasforma in positività. La stessa che aveva Domenico e che ricorda in conferenza stampa, ieri nella Sala dell’Arco del Comune di Potenza, il presidente de Il pozzo della farfalla Corrado Amodeo: «Domenico era un ragazzo che sorrideva sempre e noi vogliamo ricordarlo così, con il suo grande sorriso, cercando di prendere il meglio da lui». E Domenico sapeva donare la sua parte migliore anche in campo, nella sua esperienza da arbitro. L’assessore comunale allo sport Giovanni Salvia lo ha conosciuto proprio così: «Nel ricordo delle persone spesso si tende sempre a parlarne bene ma nel caso di Domenico è realmente così, era un arbitro nel vero senso della parola, un collega onesto e leale». E così, quando il bene incontra il bene – come precisa don Federico – i suoi benefici si moltiplicano. Non è quindi solo il destino a intrecciare queste persone e queste storie oggi su un campo di calcio che. alla prima edizione di “Un gol per Domenico”, era praticamente abbandonato con il Potenza ormai fuori dai giochi. Tanti gli sponsor che gratuitamente hanno messo a disposizione professioni e capacità gratuitamente, a partire dall’amministrazione comunale fino a Rocco Galasso direttore generale Fc Potenza e Marcello Restaino titolare di giova Sport che ha offerto le divise da gioco per entrambe le squadre. Tutto in nome di un principio oltre che di un ricordo: l’inclusione.
«E’ difficile spiegare cosa rappresenta la partita di oggi per i nostri ragazzi – spiega il presidente di Optì Poba Francesco Giuzio – ci siamo buttati in questa avventura ad ottobre e una cosa del genere era inimmaginabile. E’ un segno di inclusione forte per la città ed è un modo, per loro, di restituire qualcosa alla città che li sta accogliendo». Mentre parla alcuni dei ragazzi del “coach” sono in piazza Matteotti a distribuire cibo agli ambulanti venuti per San Gerardo insieme all’associazione “Io potentino”. A dimostrazione che il bene può essere contagioso.

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