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POTENZA – «Siamo quasi a luglio e ci sono ancora 31mila lucani che hanno superato i 60 anni, in attesa della prima dose di vaccino anti-Covid. Di questi 6.342 over 80, 5.498 over 70 e 19.399 over 60.

Avevamo chiesto alla Regione, al presidente Bardi e all’assessore Leone di chiarire in che maniera intendessero rintracciare questa platea di cittadini, ancora sprovvisti della copertura salvavita dal Covid-19»: a lamentarlo è Carmine Vaccaro, segretario Uil Pensionati Basilicata.

L’ex segretario generale della Uil lucana chiarisce che si tratta «delle categorie più a rischio e andiamo incontro al gran caldo. Evidentemente in viale Verrastro non c’è visione d’insieme su queste fasce d’età, non c’è volontà a metterle al centro della programmazione regionale. Eppure siamo una regione ad alto tasso di popolazione anziana».

Il segretario della Uil Pensionati di Basilicata fa riferimento ai monitoraggi del governo nazionale sull’andamento della campagna vaccinale. Quello che preoccupa Vaccaro però, non è soltanto il ritmo delle vaccinazioni per persone anziane e fragili, ma l’assenza di una programmazione regionale destinata a rendere la vita di queste categorie sociali più serena, sicura e attiva.

«Andiamo in contro al gran caldo. Secondo le indicazioni dell’Oms, è necessario farsi trovare pronti. Secondo i modelli di previsioni a medio termine l’estate 2021 potrebbe essere particolarmente calda ed il Servizio Sanitario dovrà essere preparato ad affrontare possibili emergenze sanitarie. Soprattutto considerato lo stallo in cui si trovano ad operari gli Ospedali lucani».

«La pianificazione delle attività di prevenzione per contrastare gli effetti del caldo – continua Vaccaro – è sempre più necessaria in relazione all’evoluzione della pandemia da Coronavirus e dovrà tener conto dei sottogruppi di popolazione vulnerabili sia al caldo che al virus. E abbiamo visto come il numero degli ultrasessantenni lucani senza vaccino sia ancora troppo elevato. Le indicazioni delle istituzioni sanitarie internazionali ed europee ci indicano l’importanza di intensificare la sorveglianza socio-sanitaria per i soggetti a rischio. Senza contare che il superamento della fase acuta della malattia non sempre si traduce in una guarigione completa, ma esiste la possibilità di manifestare una sindrome cronica, il cosiddetto long-term Covid-19. Alcuni recenti casi studio suggeriscono una minore tolleranza al caldo di questi pazienti che potrebbero andare incontro ad un maggior rischio di subire gli effetti del caldo».

Per Vaccaro è dunque «imprescindibile che la Regione pianifichi un monitoraggio domiciliare dei soggetti a rischio, tramite visite domiciliari o, se disponibili sul territorio, sistemi di teleassistenza, nei giorni in cui sono previste condizioni climatiche a rischio per la salute anche attraverso le misure straordinarie messe in campo per l’emergenza Covid, come la telemedicina e la teleassistenza».

«La sorveglianza dei soggetti suscettibili al caldo infine, dovrebbe essere mirata alla permanenza dei pazienti nelle proprie abitazioni attraverso la garanzia di un efficace trattamento della patologia di base per chi ha una malattia cronica ma anche individuando precocemente l’insorgenza dei sintomi delle patologie associate al caldo», aggiunge.

La richiesta «ai nostri amministratori» è «un impegno concreto per anziani e disabili non solo per l’estate ma tutto l’anno, ricordando l’oro che i sindacati ma anche i cittadini, sono ancora in attesa di risposte sulle linee guida per la non autosufficienza, le disabilità gravissime e la legge regionale sull’invecchiamento attivo. Si faccia presto», conclude Vaccaro.

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