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POTENZA – Solo 14 Regioni promosse, nel 2021, per l’erogazione delle cure essenziali, i Lea. E, tra queste, c’è anche la Basilicata, che recupera “punti” rispetto al 2020, quando risultava inadempiente, finendo nell’elenco delle Regioni “adempienti” nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. E’ quanto emerge dai dati della Fondazione Gimbe, che ha effettuato alcune analisi del “Monitoraggio dei Lea attraverso il nuovo Sistema di garanzia”. Insieme a quella lucana, altre due regioni meridionali – Abruzzo e Puglia – segnano un recuperano e diventano “adempienti”, anche se tutte e tre riportano i punteggi più bassi tra regioni “promosse”.

Le altre 11 in linea con gli adempimenti minimi richiesti sono: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia autonoma di Trento, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto. In generale, comunque, si registra un aumento rispetto alle 11 regioni del 2020. Rimangono inadempienti in 7: Campania, Molise, Provincia autonoma di Bolzano e Sicilia, con un punteggio insufficiente in una sola area; Sardegna con un punteggio insufficiente in due aree; Calabria e Valle D’Aosta insufficienti in tutte le tre aree.

Punteggi in aumento

Tranne che in due casi, in generale i punteggi Lea sono aumentati dappertutto, nel 2021, seppur in maniera differente. La Basilicata – insieme a Liguria, Lombardia e Calabria – è tra le poche a far segnare un aumento di oltre 30 punti: per la precisione 35,7, tanto da figurare prima nell’elenco delle performance. Anche se il punteggio complessivo non va oltre i 207,5 punti, al quattordicesimo posto della classifica, ben lontano dai 257,9 punti minimi per raggiungere il top.

Più che sufficienti, comunque, per consentire all’assessore regionale alla Salute, Francesco Fanelli, di affermare che «gli adempimenti messi in atto dalle Regioni italiane per l’attuazione dei livelli essenziali di assistenza confermano che già nella fase dell’emergenza Covid è iniziata la ripresa della sanità lucana.

La Basilicata nel 2021 si posiziona al quattordicesimo posto, ma a differenza del 2020 risulta adempiente secondo il Nuovo sistema di garanzia (Nsg) e soprattutto fra le Regioni italiane è quella che si segnala per il più deciso miglioramento rispetto all’anno precedente (+35,7). Un dato che – aggiunge Fanelli -, come analoghe rilevazioni diffuse in precedenza dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e dalla stessa Fondazione Gimbe, incoraggia e conferma gli sforzi del governo regionale per l’incremento e la valorizzazione delle risorse umane del settore sanitario e il miglioramento dei servizi ai cittadini. È un percorso ancora lungo e pieno di ostacoli, ma stiamo lavorando con il massimo impegno per superare le annose criticità del passato e garantire il migliore funzionamento del nostro servizio sanitario regionale».

Cure essenziali, il Gap Nord-Sud

La fotografia scatta dalla Fondazione Gimbe, altro dato rilevanete – conferma ad ogni modo anche per il 2021 il gap Nord-Sud. L’obiettivo, spiega il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, è «stimare l’entità dell’attuale frattura Nord-Sud nel garantire il diritto costituzionale alla tutela della salute e dei conseguenti rischi della “sanatoria” proposta dal Comitato Lep», che per l’autonomia differenziata non riterrebbe necessario definire i Livelli essenziali delle prestazioni in quanto già esistono i Lea, «oltre che per valutare la resilienza e la capacità di ripresa dei servizi sanitari regionali nel secondo anno della pandemia».

Ma in che consiste l’analisi di Gimbe? Va considerato che ogni anno il ministero della Salute valuta l’erogazione dei Lea, le prestazioni sanitarie che le Regioni devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket. «E’ una vera e propria “pagella” per i servizi sanitari regionali – commenta Cartabellotta – che identifica quali Regioni sono promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e quali bocciate (inadempienti). Considerato che il 2021, come il 2020, è stato segnato dall’emergenza pandemica – precisa – il monitoraggio dell’erogazione dei Lea è stato effettuato dal Ministero solo a scopo di valutazione e informazione, senza impatto sulla quota premiale».

Gimbe ha quindi elaborato una classifica di Regioni e Province autonome, sommando i punteggi ottenuti in tre aree: prevenzione, distrettuale e ospedaliera. «Rispetto allo status di Regione adempiente o inadempiente – sottolinea Cartabellotta – il punteggio totale enfatizza ulteriormente il gap Nord-Sud: infatti, nei primi 10 posti si trovano 6 Regioni del Nord, 4 del Centro e nessuna del Sud, mentre in fondo alla classifica si collocano, ad eccezione della Valle D’Aosta, solo Regioni del Sud».

La ripresa dopo la pandemia

La Fondazione ha analizzato, inoltre, le differenze tra gli adempimenti 2020 e quelli 2021, per valutare la graduale ripresa dell’erogazione dei Lea dopo lo scoppio della pandemia. Fatta eccezione per Sardegna e Valle d’Aosta che nel 2021 hanno peggiorato le proprie performance, in tutte le altre Regioni dopo lo “stress test’’ del 2020, i punteggi Lea sono aumentati. «I dati – prosegue Cartabellotta – documentano da un lato, la netta ripresa di alcune Regioni (Lombardia, Liguria) colpite nel 2020 in maniera molto violenta dalla prima ondata; dall’altro, il parziale recupero di numerose Regioni inadempienti nel 2020, quasi tutte al Centro-Sud».

Considerando tutto il territorio nazionale, nel 2021 si registra un netto miglioramento nell’area della prevenzione (+159 punti) e nell’area ospedaliera (+135 punti) – illustra l’analisi Gimbe – mentre l’area distrettuale fa rilevare un lieve peggioramento (-16 punti). «Il netto miglioramento nell’area della prevenzione – chiosa – non è sufficiente a colmare il crollo (-263 punti) registrato tra il 2019 e il 2020 sia per gli esigui investimenti in quest’area, sia perché il già scarso personale in forza ai dipartimenti di prevenzione è stato impiegato in prima linea nella campagna vaccinale».

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