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Una delle linee produttive della Stellantis a Melfi

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POTENZA – Una linea produttiva a rischio, lavoratori dell’indotto nell’incertezza: due delle voci insistenti che girano attorno allo stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi e sui quali interviene, chiedendo chiarezza all’azienda e azioni al governo, il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Gerardo Evangelista, in un video messaggio pubblicato su Facebook.
Evangelista chiama in causa il governo Draghi affinché intervenga «a difesa dei lavoratori e degli stabilimenti italiani del gruppo italo-francese».

Il dirigente sindacale parla di «incertezza organizzativa» dal momento che «sono molte le cose disattese, a partire dalla formazione per far partire la terza squadra». «Troppe voci devastano la vita quotidiana nel sito di Melfi – afferma – dalla riduzione del numero di lavoratori della Iscot (azienda che si occupa delle pulizie nello stabilimento, ndr) alla notizia che gira dentro e fuori lo stabilimento sulla possibilità di smantellare una linea produttiva. Questo vorrebbe dire esuberi e sarebbe una rovina non accettabile per noi».

Per Evangelista «c’è bisogno di un incontro nazionale urgente». Il sindacalista riepiloga i principali passaggi degli ultimi mesi: «Prima della fusione ci sembrava tutto o quasi alla pari, la differenza che si notava facilmente dentro Psa era la partecipazione del governo francese. Tavares ed Elkan sono partiti con obiettivi comuni: creare il quarto gruppo mondiale con prospettive di crescita e far vincere Stellantis. Avevamo buone aspettative per il lavoro. per gli stabilimenti italiani e per i lavoratori. Tavares, in occasione degli ultimi risultati annuali della storia di Psa, ha elogiato la stessa aggiungendo però che gli attuali problemi di Fca sono simili a quelli che aveva riscontrato in Psa. Ha sottolineato che il costo del lavoro non è maggiore rispetto alla Francia ma i costi di trasformazione dentro Fca sono meno buoni, ciò dipende da moltissimi fattori».

«Oggi noi a Melfi nella nostra situazione come ci troviamo? Partiamo dal fatto che avevamo timore ma sapevamo che era una strada prestabilita da Fca e quindi già definitiva. Siamo stati rassicurati che per una operazione che doveva valorizzare il lavoro e i lavoratori e in nostri stabilimenti italiani, consapevoli però che la strada era in salita. Siamo stati coinvolti solo nel passaggio dai 20 turni con 4 squadre ai 15 turni con 3 squadre, con prospettive che rassicuravano il percorso industriale di Melfi», conclude il dirigente Fil Cisl.

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