X
<
>

Maura Locantore

Condividi:
8 minuti per la lettura

Maura Locantore insiste sull’esigenza di una rivoluzione rosa dopo la scelta unanime di Lettieri per la segreteria regionale del Pd Basilicata

POTENZA – Serve una «rivoluzione rosa» che vada ben oltre la scelta, appena confermata, di un uomo come Giovanni Lettieri per la segreteria regionale del Partito democratico lucano. Una rivoluzione che nelle elezioni regionali del 2024 potrebbe compiersi con la candidatura di una donna alla presidenza della giunta.

Non perde tempo Maura Locantore, già segretaria provinciale della federazione potentina e vice segretaria regionale del Pd, dopo le ultime vicissitudini dell’ex partito regione. In particolare la candidatura unica alla segreteria regionale del sindaco di Picerno, Giovanni Lettieri.

Professoressa, i primi dati sul voto nei circoli lucani del Partito democratico tra i candidati alla segreteria nazionale confermano le previsioni su un ampio consenso attorno alla figura del governatore emiliano Stefano Bonaccini. La sorpresa, quindi, è rappresentata dalla seconda posizione per numero di voti raccolti, dove si piazza l’ex ministra Paola De Micheli, di cui lei è tra i principali sostenitori, che alle 20 di domenica 5 febbraio è addirittura davanti a Bonaccini in provincia di potenza. Seguono la rivale designata del governatore emiliano, Elly Schlein, e Gianni Cuperlo. Non è che avete trasformato il congresso nazionale in un terreno di gioco per “pesarvi” rispetto alle altre aree del partito, nonostante la “tregua” entrata in vigore con la candidatura di Lettieri?

«Sì, il dato dei circoli, seppur ancora parziale, ci consegna l’ottimo risultato della mozione De Micheli; con molta sincerità, le dico che non mi meraviglia: Paola sia da vice segretaria nazionale che da Ministro è stata sempre molto vicina alla Basilicata. Da ministra e soprattutto da donna non ha esitato a prendere per prima una posizione netta e dura sulla vicenda del presidente Cotrab, come ricordo con molto piacere le due agorà, quella fatta a Brienza e quella di Matera, sul tema delle infrastrutture e, proprio da Potenza lo scorso novembre ha deciso di iniziare la sua campagna di ascolto e confronto nei circoli. Detto ciò non credo che il congresso nazionale corrisponda al momento della conta, non serve al Pd nazionale e men che meno al Pd lucano».

Lei fa parte del mondo dell’Università, che voto darebbe, ovviamente in trentesimi, al segretario regionale in pectore del Pd lucano?
«Domanda simpatica tanto quanto insidiosa: Giovanni sicuramente parte da un’ottima valutazione; ma per onestà devo dirle che il mio voto è condizionato da un’antica amicizia personale e da una profonda stima politica. C’è tanto lavoro da fare e Giovanni sa che può contare sul mio aiuto».

A novembre del 2021 la sua candidatura alla segreteria regionale si è arenata all’ultimo momento per favorire una convergenza più ampia su un nome che poi lei stessa ha indicato: quello di Raffaele La Regina. Anche ultimamente il suo nome è circolato a lungo, prima dell’accordo sul sindaco di Picerno. Nel mezzo, ad agosto dell’anno scorso, c’è stata la vicenda delle liste per le elezioni politiche del 25 settembre e il suo rifiuto di una candidatura “a perdere”. Qual è il rimpianto maggiore?

«Il mio nome è circolato a lungo nei suoi articoli e non so cosa io abbia mai fatto di buono per meritarmi la sua attenzione (ride ndr)!! Oltre l’ironia, le rispondo senza orpelli: non ho alcun rimpianto e se ho commesso degli errori provo ad imparare dagli stessi. Sarebbe un atteggiamento utile e che in tanti dovrebbero praticare nel mio partito, ma spesso non si ha questa attitudine all’autocritica».

La genesi di questo congresso regionale, a poco più di un anno di distanza dal precedente, è la mozione di sfiducia votata a fine ottobre dalla maggioranza dell’assemblea regionale nei confronti dell’ormai ex segretario regionale La Regina. Mozione di cui lei è stata tra i promotori e i sostenitori. Rifarebbe anche questo?

«La mozione di sfiducia, derubricata troppo superficialmente da alcuni dirigenti – per fortuna pochi – come un banale atto ritorsivo, non l’ho vissuta a cuor leggero, mi creda. Se vi fosse stato un gesto di responsabilità politica, ad esempio le dimissioni di La Regina, tanti di noi avrebbero fatto scelte differenti, ma non ha più senso e significato rimettere indietro le lancette dell’orologio, dobbiamo guardare avanti e farlo con animo differente e spirito costruttivo».

Non pensa che La Regina abbia pagato, nello specifico, per una colpa non sua? Intendo le scelte compiute dal segretario nazionale uscente, Enrico Letta, e il suo vice Giuseppe Provenzano, sulle candidature alle elezioni politiche del 25 settembre?
«Credo che in politica come nella vita, le scelte individuali, per quanto possano essere condizionate e condizionanti, sono il frutto di una consapevolezza propria. Le cause e le conseguenze delle candidature alle elezioni politiche si potrebbero prestare a molte interpretazioni e, siccome non mi appartiene il pregiudizio, evito il giudizio».

Tra le prime dichiarazioni del quasi segretario Lettieri c’è stata quella per cui il Pd lucano deve diventare un partito inclusivo e smettere di lavorare per escludere. Così ha liquidato la polemica per la presenza all’interno del listone per la nuova assemblea regionale di un manipolo di quelli che un tempo si sarebbero potuti definire i fedelissimi dell’ex governatore Marcello Pittella. Condivide il suo pensiero o avrebbe lasciato il figliol prodigo a stecchetto per qualche giorno?

«Condivido molto l’impostazione di Giovanni Lettieri e dobbiamo essere inclusivi, tanto quanto dobbiamo tornare ad essere un partito credibile e attrattivo. Ci sarà tempo per rimarginare le ferite, ma ci vuole chiarezza e volontà di lavorare per un noi e non per l’io. Sulla paternità e la figliolanza evangelica, non vorrei essere irriverente quindi mi taccio».

Alle prossime elezioni regionali crede che sia davvero possibile per il Pd riuscire a creare un fronte alternativo al centrodestra che va dal Movimento 5 stelle a chi 5 anni fa ha contribuito alla vittoria di Bardi, come Nicola Benedetto o gli ex dissidenti leghisti Massimo Zullino e Giovanni Vizziello? Passando per Verdi, socialisti, renziani, calendiani- pittelliani, e quant’altro.
«Il Pd deve ripristinare una vera connessione con la società lucana, deve essere riconoscibile e, ancor di più, deve essere percepito come un partito affidabile. La costruzione delle alleanze è una parte di questo processo, ma il vero fronte alternativo al centrodestra lucano si crea con la proposta politica e la prossimità ai cittadini che troppo spesso vivono in solitudine la crisi di questo tempo».

Allo scorso congresso regionale è stato eletto segretario del Pd Basilicata un giovane. Questa volta è toccato a un sindaco. Quante chance ci sono che la prossima volta sia il turno di una donna?
«Mi auguro che arrivi presto anche in Basilicata una piccola grande rivoluzione rosa, e d’altronde sostengo la De Micheli anche per questo: la militanza è sempre stata la cifra della sua azione politica e, con molta umiltà, da quando ero una giovane liceale ho fatto politica credendo nel valore vero di appartenere alla comunità di un partito e, peraltro, sono stata l’unica segretaria donna del movimento giovanile della Margherita e, ad oggi, l’unica segretaria provinciale donna del Pd. L’esperienza mi ha insegnato che, purtroppo, molte volte le donne non scelgono donna; anche in questo congresso tante dirigenti democratiche hanno deciso di sostenere un candidato segretario uomo».

Lo scorso 25 settembre l’unica donna eletta in Basilicata è stata l’attuale ministro per le riforme Elisabetta Casellati, che è di Forza Italia. In Consiglio regionale siedono solo due donne candidatesi nella lista della Lega: Donatella Merra e Dina Sileo. Quanto grande è la questione femminile all’interno del Pd della Basilicata?
«E’ una delle tante questioni irrisolte e piene di contraddizioni, ma non mi rassegno all’idea che le cose possano cambiare. Serve un grande lavoro culturale prima che politico».

Lettieri ha detto che non correrà alle prossime elezioni regionali per un posto nel parlamentino di via Verrastro. Ma a luglio dell’anno scorso anche La Regina aveva detto che non sarebbe stato candidato, eppure poi è andata come sappiamo: il suo nome è apparso all’ultimo momento come capolista alla Camera dei deputati e solo le polemiche per alcune vecchie dichiarazioni sullo stato di Israele lo hanno costretto a fare un passo indietro. Dunque dobbiamo aspettarci Lettieri candidato consigliere regionale?
«Se la candidatura del segretario regionale dovesse essere utile al Pd e al centro sinistra lucano, in un autentico clima di trasparente partecipazione, il gruppo dirigente sono sicura saprà prediligere la cosa più giusta. Non giova questo clima di veti e pregiudizi, le valutazioni e le scelte che faremo devono rafforzare e non indebolire. Mi consenta un piccolo vezzo lessicale: bisogna condividere non dividere».

Come prossimo candidato governatore di Pd e alleati lei chi vede meglio? Una personalità della società civile di simpatie conservatrici come Carlo Trerotola, secondo lo schema già sperimentato senza troppo successo nel 2019? O un civico di area 5 stelle come il neo presidente della provincia Christian Giordano? Oppure, ancora, un esponente politico di esperienza, come potrebbe essere il consigliere regionale Roberto Cifarelli?
«Ci sono molte personalità lucane nei partiti come nella società, che potrebbero dare il loro contributo. Mi spiace però, anche alla luce delle sue domande precedenti, che non sia contemplata l’opzione presidente donna. Forse la rivoluzione rosa di cui sopra, in Basilicata potrebbe iniziare così!»

Se l’ex ministra De Micheli non dovesse arrivare al secondo turno del congresso nazionale, vale a dire le primarie aperte tra i due candidati alla segreteria nazionale in cui voteranno anche i non iscritti, convergerà sul governatore emiliano Bonaccini?
«E’ una valutazione che farò insieme agli altri sostenitori della mozione De Micheli, siamo una squadra affiatata, coesa e rappresentativa del territorio regionale. Ad oggi lavoriamo affinché Paola faccia il miglior risultato. Non volendo però eludere la sua domanda, le rispondo con una semplice riflessione più personale che politica: di sicuro il governatore dell’Emilia ha mostrato di essere un politico affidabile e che non ha utilizzato il Pd per i propri fini, ho invece qualche dubbio su chi ha deciso di candidarsi alla segreteria nazionale, iscrivendosi con un certo ritardo e dopo aver avuto fasi da “odi et amo” con il Pd. Ogni tanto in politica non dico la coerenza, ma almeno la linearità dovrebbe essere essenziale».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE