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Raffaele La Regina

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Caro direttore, da genitore e da docente, quando guardo i miei figli, i miei alunni e le mie alunne non riesco a non pensare a quanto sta succedendo a Gaza. Le immagini degli spari sui civili in fila per gli aiuti umanitari e quelle dei bambini senza vita, pieni di sangue e polvere, mi tormentano e pongono diversi interrogativi sul reale significato da dare alla vita e alle relazioni sociali che ognuno di noi crea durante il suo naturale fluire. A scanso di equivoci ci tengo a precisare che la brutale aggressione di Hamas del 7 ottobre è da condannare nella maniera più assoluta perché ha dato il via ad un’escalation di violenza non più giustificabile.

Da quel momento avverto come ultimi baluardi, prima di una deriva inumana dell’uomo, le parole di pace di Papa Francesco, della comunità internazionale, gli atti protesta degli artisti, cantanti (vedi Ghali) e registi. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiesto chiaramente il cessate il fuoco e anche il Parlamento italiano sta facendo un lavoro egregio ed equilibrato, ben diverso dal posizionamento degli ultimi anni: si pensi alla mozione in merito alla crisi in Medio Oriente.

È difficile parlare alle ragazze ed ai ragazzi di queste cose senza guardarsi dentro e, soprattutto senza interrogare le proprie coscienze. È difficile farlo dopo i fatti di Pisa; ed è ancora più arduo farlo in una regione come la Basilicata dove l’istituzione scolastica è stata quasi smantellata da questo governo regionale e dove si avverte una certa resistenza nei processi di rinnovamento. È difficile farlo nella Regione, la mia Regione, che ha sacrificato un giovane Segretario regionale come Raffaele La Regina che aveva espresso, seppur in tempi lontani, delle posizioni che oggi si rivelano attuali nel dibattito politico nazionale e internazionale.

Le sue parole sono state usate contro di lui come una clava fino all’accusa di antisemitismo da parte di chi aveva necessità di liberarsene con l’ausilio di un certo sistema. Un ragazzo dalla faccia pulita che aveva dato una marcia in più alla politica lucana, svecchiandola, portando il dibattito verso una ricchezza di contenuti politici e di iniziative culturali, restituendo centralità nazionale al nostro territorio in particolare sulla vicenda Stellantis, dimostrando capacità aggregative (caratteristiche non trascurabili per chi fa politica) e cercando di dare una linea netta (aspetto anch’esso non trascurabile) ad un partito che allora latitava nelle sue rappresentanze più alte: si pensi alla Provincia di Potenza. Al netto delle dinamiche elettorali interne ai partiti, legate soprattutto ai nomi che non appassionano, chi come me vive la scuola e la società, e che pure vede gli stessi partiti inseguire invece che essere guida, mi chiedo cosa si aspetti a richiamarlo e a chiedere un suo contributo alla luce di tutto quello che sta succedendo e, magari, a scusarsi con lui.

L’augurio che faccio a tutte le ragazze e i ragazzi di Basilicata è di vivere un futuro diverso; un futuro che guardi al rispetto della vita umana e all’ambiente, che guardi all’accesso al lavoro e al diritto all’istruzione,che oggi sono messi sempre più a dura prova da molti fattori, come un diritto e non come una concessione. Non abbiamo altre possibilità, siamo arrivati ad un punto in cui lo slancio di generosità e unità è indispensabile se si vuole dare alle nuove generazioni la possibilità di essere cittadini del mondo migliori di chi li ha preceduti.

Gianluca Rosano
docente dell’Istituto Pitagora
di Montalbano Jonico

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