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MATERA – Prima volta da candidato alla carica di consigliere regionale.

Trentotto anni, ingegnere, conosciuto per le due esperienze vissute da consigliere comunale Fabio Mazzilli è uno dei volti nuovidei Pdl materano in competizione per un posto in via Anzio.

Conosciuto a livello comunale nella città di Matera, negli ultimi mesi anche coordinatore cittadino del Popolo delle Libertà.

Da sempre, sin dalla sua nascita, con Forza Italia, un’appartenenza che rivendica con orgoglio e in termini di coerenza politica, Mazzilli sottolinea la passione, oltre che per la sua famiglia, anche per l’ambiente che ha potuto vivere al meglio da consigliere dell’Ente Parco Murgia: “l’attenzione per il territorio e per la sua conoscenza sono un patrimonio comune, ho promosso volentieri un tributo per Tommaso Loperfido che si è speso per accompagnare turisti e non solo nella conoscenza quotidiana del territorio”.

Mazzilli conferma il clima che oggi si vive attorno all’appuntamento elettorale e non ne rimane particolarmente sorpreso, del resto la situazione economica e la sfiducia nella politica non possono essere in nessun modo trascurati. “La gente mostra molta sfiducia e anche disinteresse, quest’ultima cosa è più problematica perchè alla fine non risolve i problemi, non ci saranno altri a decidere al posto nostro, è questo il messaggio che sto cercando di far passare.

Mi rendo conto che c’è un problema oggettivo, la gente ascolta ma ha bisogno di essere ascoltata, capita, da una figura nuova che possa andare oltre questo disinteresse emergente”.

Parole non tenere da Mazzilli arrivano anche verso il centrosinistra ed il governo di questi anni, il risultato della disamina è normale in una competizione che vede Pd e Pdl su sponde ovviamente opposte ma fa emergere una contraddizione: “la disaffezione che viene evidenziata esprime un giudizio negativo.

Il centrosinistra si propone come alternativa a sé stessa, cerca il nuovo e questo vuol dire che prova a nascondere ciò che ha fatto e rincorre una novità certificando quindi un fallimento”.

Un paradosso, per Mazzilli, che non si può non evidenziare.

Ma la discussione più intensa è sui temi e sui programmi che possono interessare di più la gente. Cominciando magari da una frattura sempre più evidente tra Matera e Potenza.

«E’ anche quella una realtà che va indubbiamente riequilibrata  con la concentrazione delle risorse in modo da puntare su progetti di cui c’è davvero bisogno.

 Il territorio sente il bisogno di avviare un riequilibrio perchè ciò che è successo sul caso della Provincia ha aumentato una distanza che già c’era.

Un atto di egoismo che rischia di essere pagato a caro prezzo.

Non si può fare come è successo nei Piot con una divisione delle risorse anche in località che con lo sviluppo turistico anno poco, bisognerebbe concentrare le scelte e gli investimenti».

E’ uno in particolare il punto su cui Mazzilli insiste per uno sviluppo sistematico ed efficace del territorio e riguarda, in maniera particolare la necessità di dotare la regione ed il materano di infrastrutture sufficienti ad uno sviluppo conseguenziale.

«La prima cosa è aprire la Basilicata all’esterno, ad un confronto con le altre realtà regionali che possa permetterci di condividere e di avviare dei percorsi di sviluppo che vengano considerati da tutti come delle strade prioritarie da poter percorrere.

Non basta solo» continua Mazzilli, «avere gli strumenti finanziari necessari se questi poi finiscono per cozzare con una mancanza di decisioni e di scelte che migliorino e accelerino quel tipo di percorso».

In questo senso anche i temi che riguardano l’agricoltura sono aspetti centrali e non di poca importanza.

«La nostra regione e la nostra provincia sono sostanzialmente agricole e rivedere le politiche agricole può essere importante, attraverso un confronto stretto con le associazioni di categoria ma soprattutto una rete di collegamenti e di infrastrutture che renda sempre di più la qualità dei prodotti appetibile e ancor più facilmente commerciabile».

La campagna elettorale è ancora alle prime fasi, quelle dell’apertura e gli approcci nei confronti di un elettorato in parte disorientato e in parte ancora maggiore disincantato non possono essere solo sul piano della battaglia politica, spesso sterile e fine a sè stessa ma anche e soprattutto dei programmi.

In questo senso le prossime giornate si annunciano decisamente intense.

«Io posso semplicemente confermare che ritengo surreale che chi ha fallito in questi anni si mostri come il nuovo e vuole nascondere in questo modo il proprio fallimento».

p.quarto@luedi.it

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