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Giovanni Vizziello

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POTENZA – C’è un caso Basilicata, con i sondaggi che accreditano l’ipotesi di solo 4, se non addirittura 3, parlamentari lucani eletti alle Politiche 2022 su 7, e gli altri tra i “paracadutati” di centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 stelle. Ma c’è anche un caso Matera, con nemmeno un candidato tra i pochi della città dei Sassi a godere del favore dei pronostici.

Tiene ancora banco il tema dell’appartenenza territoriale di quanti si contenderanno i 7 seggi da assegnare in Basilicata alle elezioni del 25 settembre.

LA POLEMICA INNESCATA DA VIZZIELLO

A rilanciarlo, ieri, è stato il consigliere regionale materano Giovanni Vizziello, eletto con Fratelli d’Italia nel 2019, ma poi transitato nella Lega, da cui si è sospeso la scorsa settimana, assieme al venosino Massimo Zullino, dopo aver rinunciato a una candidatura “di servizio” nelle liste del Carroccio.

Vizziello ha puntato il dito, in particolcare, sugli ex compagni di partito meloniani, che stando alle previsioni sull’orientamento di voto degli elettori potrebbero ottenere l’elezione dei due capilista nei collegi plurinominali, Gianni Rosa al Senato e Aldo Mattia, frusinate ed ex direttore di Coldiretti Basilicata alla Camera, oltre a quella del deputato uscente Salvatore Caiata nel collegio uninominale di Montecitorio.

«Fratelli d’Italia in Basilicata avrebbe potuto candidare chiunque, rispettando il criterio della territorialità e della militanza». Queste le parole comparse, ieri, sulla bacheca Facebook di Vizziello, allontanatosi dai meloniani in seguito alla designazione come coordinatore regionale del partito dell’ex presidente dei Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto, eletto in una lista centrista.

POLITICHE 2022 E PARLAMENTARI LUCANI A RISCHIO ELEZIONE: IL CASO MATERA

«Matera è stata calpestata calando un alieno da Frosinone e due potentini». Ha aggiunto il consigliere regionale. «Materani meditate prima di farvi trascinare dall’ennesima ondata elettorale di turno».

Oltre all’invito alla meditazione Vizziello non va. Almeno per ora. Anche perché a ben vedere anche nella Lega e nel resto del centrodestra non è facile individuare elementi di materanità. Basti pensare alla padovana Elisabetta Casellati in corsa come candidata di coalizione, in quota Forza Italia, all’uninominale del Senato, e al leader del Carroccio, il milanese Matteo Salvini, che ha preso il posto che era stato offerto proprio a lui, Vizziello, come capolista della Lega nel collegio plurinominale del Senato.

Mentre due materani doc come il consigliere regionale Luca Braia e il presidente del consiglio comunale della città dei Sassi, Antonio Materdomini, competono, rispettivamente, per il terzo polo nel collegio uninominale della Camera, e per il Movimento 5 stelle nel collegio uninominale del Senato.

Politiche 2022 rischio pochi lucani tra i parlamentari eletti

Sul deficit di rappresentanza politica di Matera da registrare c’è anche la posizione del movimento “Matera si muove” (Msm), che da sempre propone l’annessione alla Puglia della città dell’ex capitale europea della Cultura.

«Da qualche giorno, dopo la decisione sulle scelte dei candidati dei partiti in Basilicata, si susseguono sulla rete e sulla stampa reazioni indignate ed inviti a mobilitazioni ed ammutinamenti». Si legge sul profilo Facebook del Movimento.

«Per la verità il rischio, oggi sempre più certezza, che la Basilicata non sia rappresentata in Parlamento e nella rappresentazione delle istanze del territorio è reale, concreto e condiviso. Ma non ci sorprende o quando meno non è oggi che si è compiuto “l’atto finale” di un processo che affonda le ragioni nel tempo trascorso, nelle scelte politiche locali e nazionali e soprattutto nelle oggettive mutate condizioni economiche e demografiche. Questioni complesse, serie non oltremodo derubricabili di cui presto ce ne faremo carico come movimento Msm promuovendo un dibattito pubblico e plurale. Il fatto dell’attualità, dei candidati capolista nei principali partiti e nelle coalizioni in campo non è poi una novità: molti ricorderanno una prassi consolidatasi nel tempo con autorevoli…. catapultati (Adriano Ossicini centrosinistra, tal Galeazzi centrodestra…. e cosi via)».

MATERA SI MUOVE: «C’ERA DA ASPETTARSELO»

«Diciamo la verità – concludono gli scissionisti materani – c’ era da aspettarselo oggi a maggior ragione con il taglio, da noi non condiviso, del numero dei parlamentari… Ma il fenomeno si lega indissolubilmente con la riforma che portò all’abolizione delle preferenze nella quota proporzionale che rende praticamente pleonastico trattandosi di elezioni politiche la scelta di un candidato effettivamente originario e rappresentativo di quel territorio. Ma vi è anche una ragione ancor più esiziale riconducibile alla mutata genia dei partiti vecchi e nuovi in Italia che non costruiscono classi dirigenti dai e nei territori, non si articolano basandosi su regole democratiche interne e sul confronto ma sono sempre più staff di comunicazione orientati a ricerche di consenso e punti percentuali dove un post che totalizzi likes vale molto di più di una battaglia politica per il suo popolo che deputato dovrebbe perseguire e rappresentare secondo la nostra Costituzione».

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