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L’assessore regionale, Francesco Cupparo

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POTENZA – La volontà di risolvere il problema c’è, «ma io ho le mani legate in questo momento, lo so bene che la situazione dei lavoratori della ditta Giuzio è grave, ma va trovata una soluzione che rispetti le leggi».
L’assessore alle Attività produttive e Lavoro, Francesco Cupparo è preoccupato: «è davvero un momento difficilissimo, io vorrei aiutare tutti, ci sono in questo momento decine di categorie che so essere in grave difficoltà. E sulla vertenza che riguarda i lavoratori della ditta Giuzio stiamo facendo incontri continui, con la Prefettura, con i sindacati. Servirebbero 300.000 euro per pagare gli stipendi arretrati di questi lavoratori che, nonostante tutto, continuano a prestare la loro opera. E figuriamoci se la Regione Basilicata non riuscirebbe a trovarli quei 300.000 euro. Il punto però è che parliamo di una ditta privata. E io come potrei giustificare questo passaggio? Tra l’altro non c’è mica solo la ditta Giuzio che avanza soldi dall’Asi e, giustamente, se io dessi per assurdo i soldi a Giuzio, gli altri farebbero ricorso. La Regione, in questo momento, ha le mani legate, è questo che vorrei far capire. Non sono io a non voler dare i soldi, ci sono delle norme che io devo rispettare».

Ma – assicura l’assessore – «stiamo facendo di tutto e di più, come sanno gli stessi sindacati che però poi – ma lo capisco, è il gioco delle parti – mi lanciano accuse sui giornali. E’ proprio per uscire da questa situazione che tanto mi sono battuto per la legge di riforma del Consorzio. E se non avessimo fatto liquidare l’Asi la situazione sarebbe ancora peggiore, non si poteva fare più niente era tutto pignorato».
La buona notizia per i dipendenti di Giuzio è che già il mese di marzo dovrebbe essere pagato da Acquedotto lucano, a cui i servizi sono passati. Quindi, con buone probabilità, a metà aprile una mensilità dovrebbe arrivare.

«E’ sulle mensilità arretrate che c’è il problema, è per quello che stiamo lavorando tutti i giorni, perché lo so bene che significa non avere lo stipendio e la capisco bene la disperazione di quegli operai che, tra l’altro, svolgono un servizio essenziale e, quindi, neppure possono decidere liberamente di fermarsi».
L’altra necessità è la nomina, nel più breve tempo possibile, del liquidatore, «e questo avverrà nella prossima seduta di giunta che, però, il presidente Bardi ancora non ha convocato. Con il liquidatore cercheremo di trovare una formula per far quadrare il cerchio, perché si trovi una soluzione che permetta a questi lavoratori di poter avere anche gli arretrati. Ma dobbiamo trovare una soluzione percorribile, che sia legale. Un atto diverso potrebbe essere impugnato e poi la Regione si troverebbe magari pignorata, come pure è successo in passato».

Da imprenditore Cupparo sa quanto in questo momento la situazione sia complessa: «Io in tanti anni di attività – dice – non ho mai licenziato una sola persona, so quanto è importante il lavoro. E sono fiero quando chi ha lavorato con me si dice soddisfatto. Per questo è davvero mortificante per me trovarmi descritto come quello che sta dall’altra parte, a cui non gliene importa niente dei lavoratori. Io ci tengo che questa regione esca da questa situazione di difficoltà, vorrei davvero poter aiutare tutti, perché so che i vari ristori a poco servono. Ma in questa situazione di incertezza davvero è difficile».

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