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Enzo Mitro, direttore generale del Picerno

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PER IL PROCURATORE Federale il risultato finale di Picerno-Bitonto, gara del 5 maggio 2019 che sancì la promozione in Lega Pro della squadra lucana, è stata combinata. E per questa ragione, comunicando agli interessati la conclusione delle indagini, ha messo in moto la macchina per chiedere il giudizio di Chicco Patierno, Antonio Picci, Nicola, Daniele Fiorentino e Giovanni Montrone e con loro anche anche il dirigente bitontino Paolo D’Aucelli e il presidente Francesco Rossiello, tutti tesserati con il Bitonto, e di Vincenzo De Santis, all’epoca ds (ma esonerato sette mesi prima) del Potenza che ha svolto funzione di intermediario.

A questi si aggiunge anche il direttore generale del Picerno Enzo Mitro. La società lucana è tirata in ballo per responsabilità oggettiva, vista la condotta in essere posta – secondo la procura – da Mitro, mentre per il Bitonto la responsabilità è diretta e questo potrebbe comportare una punizione pesantissima.
I fatti raccontati dalla Procura federale prendono le mosse da un’indagine della Procura ordinaria di Bari che stava investigando su un giro di scommesse clandestine. All’interno di questa indagine, e in seguito a una serie di intercettazioni telefoniche, sarebbe venuto fuori l’inghippo di Picerno-Bitonto e gli atti sono stati girati anche alla procura sportiva.

Da essi emergerebbe che il direttore generale del Picerno Enzo Mitro avrebbe “condotto e definito la trattativa dell’accordo illecito per il tramite di De Santis (intermediario tra il Picerno e il calciatore del Bitonto Anaclerio, ndr), mettendo a sua disposizione la somma di 25 mila euro che De Santis girò al capitano del Bitonto Patierno, e da questi ripartita e distribuita tra i tesserati coinvolti nell’illecito, al fine di raggiungere un risultato utile al Picerno per la promozione in Lega Pro”.

E’ questa la spada di Damocle sulla testa del club lucano, che potrà chiedere di essere ascoltato nella sede della Procura in prima convocazione il giorno 3 agosto, in seconda il 5.

IL CLUB PREFERISCE TACERE
Bocche cucite. Da una parte e dall’altra: il Picerno non dà spiegazioni e dispone silenzio stampa, riservandosi di produrre le proprie memorie difensive e di presentarsi il 3 agosto dinanzi alla Procura federale per chiarire la posizione venuta fuori dalla comunicazione di chiusura indagini della Procura della Figc. Dalla sede del club melandrino emerge chiaramente lo sbigottimento per una vicenda, derivata dall’indagine della Procura di Bari e dai cui atti nessun coinvolgimento appariva essere rivolto alla società lucana. Poche righe in un comunicato stampa per dichiararsi “totalmente estranei ai fatti contestati, certi di dimostrarlo alle autorità competenti”.

Esperiti tutti gli adempimenti e trattandosi, comunque, di una fattispecie molto pesante, la Procura federale ha preso in considerazione tutti i soggetti, Picerno compreso. In genere, dopo un atto del genere, poi così circostanziato, il rinvio a giudizio degli indagati appare abbastanza conseguenziale, per cui la società, attraverso lo studio legale Vizzino predisporrà tutti gli atti per venire fuori con il minor danno possibile, qualora venisse trovata una qualche responsabilità.

Sul fronte pugliese, uguale atteggiamento, ma un comunicato ufficiale, nel quale si confida negli organi della giustizia e in cui si dispone il silenzio stampa fino al momento in cui l’intera vicenda, in tutti i suoi aspetti, non sarà definitivamente chiarita.

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