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Una mietitrebbia

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POTENZA – Avrebbe provato a costringere due imprenditori agricoli concorrenti, impegnati nel Basso Melfese nella coltivazione di campi di cereali su terreni di proprietà di terzi, ad abbandonare le loro attività. Per questo si sarebbe spinto a minacciarne uno inseguendolo con una mietitrebbia.

È questa l’accusa per cui ieri mattina è finito agli arresti domiciliari un uomo di 53 anni di Melfi, Michele Posa, indagato per tentata estorsione e illecita concorrenza.

L’arresto è stato disposto dal gip presso il Tribunale di Potenza, su richiesta della Procura della Repubblica, che ha coordinato l’inchiesta, avviata nel giugno dello scorso anno, quando uno dei due imprenditori, «da diverso tempo impegnato nell’attività di raccolta di cereali nell’agro melfese», denunciò di essere stato minacciato e aggredito da Posa, che lo aveva anche «inseguito e tentato di investire con una mietitrebbia». Circostanze, le minacce e il tentativo di investimento, che si sarebbero verificate allorquando la vittima aveva raggiunto Posa «per chiedere chiarimenti circa le minacce telefoniche ricevute, che preannunciavano il possibile incendio dei mezzi agricoli della vittima».

Secondo gli investigatori, l’imprenditore agricolo melfitano voleva che la vittima delle minacce e un altro imprenditore, di origini irpine, minacciato a sua volta successivamente, abbandonassero «le attività cerealicole su porzioni fondiarie di proprietà di terzi, reclamandone la trebbiatura ed i relativi compensi economici».

«La finalità minatoria del Posa – è spiegato in una nota diffusa ieri dal procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio –, il clima di omertà oramai diffuso, la paura per possibili azioni ritorsive, il collegamento tra le azioni di questi e i diffusi incendi dolosi che si sono susseguiti sul territorio nell’estate 2021, inducevano le vittime a valutare di non assumere commesse in tali zone per i pericoli connessi». Le indagini sono state coordinate dalla compagnia carabinieri di Melfi.

La guerra per accaparrarsi i campi del melfese era già finita in Tribunale a luglio del 2018, quando si fronteggiarono due famiglie impegnate nella raccolta della paglia.

All’epoca per estorsione e illecita concorrenza finirono agli arresti in 5. E anche allora ad accendere lo scontro era stato l’accordo stretto dalla vittima con un proprietario terriero per la raccolta della paglia sui terreni di sua proprietà.

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