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POTENZA – Crescono le preoccupazioni di lavoratori e sindacati del settore dell’automotive. Sul tema diversi i confronti sindacali, che mettono in evidenza come si tema ora molto per la tenuta dell’intero sistema.
Nella giornata di mercoledì anche l’esame congiunto tra la direzione dello stabilimento Stellantis di Melfi per la discussione dell’ammortizzatore sociale per coprire il mese di ottobre.


«Un settore – denuncia in una nota la Fiom-Cgil Basilicata – che in Italia continua a scontare tutti i ritardi accumulati negli anni pre pandemia per la mancanza di investimenti e progetti che si sommano all’attuale contingenza scaricando il costo sui lavoratori e le lavoratrici nell’assenza di un intervento politico a sostegno».


L’azienda ha dichiarato un ulteriore mese di difficoltà per quanto attiene ai volumi fortemente condizionati dalle difficoltà di approvvigionamento di componenti elettronici, sono previste infatti solo ottomila vetture che svilupperanno solo 22 turni di lavoro (sei giorni circa).


Per la Fiom lucana, «l’incontro al Mise che le organizzazioni sindacali hanno fortemente voluto previsto per l’11 ottobre deve assumere impegni chiari per il sostegno a un settore strategico per il Paese. Non basta annunciare la transizione ecologica e sostenibile, se poi non si mettono in campo strumenti adeguati a sostenerla».


Vincenzo Cavallo, segretario regionale della Cisl, chiede una cabina di regia regionale: «Entro il 2030 si calcola che oltre la metà delle auto vendute in Europa sarà completamente elettrica, sette auto su dieci se consideriamo anche i modelli ibridi. Siamo già dentro una rivoluzione che impone una cabina di regia regionale in grado di accompagnare le trasformazioni tecnologiche che stanno già interessando la fabbrica Stellantis di Melfi (Potenza)». Oggi a Melfi alla presenza del leader nazionale Roberto Benaglia, previsto un incontro sul settore.


Secondo Cavallo, «la transizione verso la mobilità elettrica, come ogni grande cambiamento, non sarà esente da costi: penso ad alcuni significativi pezzi dell’indotto che dovranno essere necessariamente riconvertiti. Occorre dunque attrezzare una risposta in termini di politica industriale e di politiche attive del lavoro all’altezza della sfida epocale che abbiamo di fronte. La priorità è salvaguardare i posti di lavoro».


«A livello nazionale questa consapevolezza sta lentamente facendo breccia nel governo – ha aggiunto Cavallo – ma serve uno scatto anche a livello locale, dove le attenzioni alla più grande fabbrica del Mezzogiorno sono state discontinue e parziali. Per questo auspichiamo che il tavolo tecnico sull’automotive diventi la sede permanente in cui costruire le giuste sinergie tra le istituzioni locali e le parti economiche e sociali su questioni concrete come trasporti, infrastrutture, innovazione e formazione. Una via obbligata perché non si può immaginare il futuro di Melfi senza un sistema pubblico in grado di assecondare i processi di crescita e di innovazione che – ha concluso il leader della Cisl lucana – caratterizzano un settore altamente competitivo come l’automotive».


E sulle difficoltà del settore è intervenuto anche il parlamentare del Pd, Salvatore Margiotta: «Proteggere la tenuta occupazionale dell’intero settore dell’automotive nel superamento dell’attuale fase di crisi – ha detto – tenuto conto del profondo cambiamento che negli ultimi anni ha investito il suo contesto normativo, l’evoluzione tecnologica e le nuove esigenze di mobilità dei cittadini. E’ tra i primi impegni che chiediamo al Governo con una mozione».


Margiotta ha annunciato la presentazione da parte del gruppo Pd del Senato della mozione che impegna il Governo «ad adottare, nel primo provvedimento utile, tutte le misure necessarie a sostenere la filiera dell’automotive e a predisporre, nella prossima legge di bilancio, adeguate risorse per la prosecuzione nel 2022 degli incentivi sia alla rottamazione dei veicoli e sia per il rifinanziamento degli interventi di incentivazione all’acquisto».


Secondo il parlamentare, tra i primi firmatari della mozione con Malpezzi, Collina, Misiani «è evidente la necessità di intervenire a tutela di migliaia di posti di lavoro in un momento di profonda trasformazione dell’assetto produttivo e della filiera di distribuzione. Siamo preoccupati per le ripercussioni che la crisi industriale del settore potrebbe avere sul Paese intero e sui territori come quello della Basilicata dove nel distretto industriale di San Nicola di Melfi (Potenza) opera Stellantis, il più grande gruppo automobilistico presente in Italia. Una realtà che occupa 66mila dipendenti diretti (a cui si aggiungono 274mila addetti dell’indotto su scala nazionale) e che ha già annunciato la complessiva riorganizzazione degli impianti di produzione sul territorio, i cui effetti non sono ancora noti in ragione di un Piano industriale ancora non reso pubblico».


«Ritengo che – ha proseguito il senatore dem – i radicali cambiamenti in atto debbano rappresentare un’occasione. Per rafforzare il ruolo strategico del comparto e quello delle numerose aziende che operano in un settore da sempre strategico per l’economia italiana che – ha concluso – deve essere accompagnato nel suo complesso verso la transizione ecologica, evitando la perdita di competenze e i tagli ai posti di lavoro».

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