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Il presidente della Regione Vito Bardi

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POTENZA – È un governatore oltremodo rafforzato quello uscito, martedì notte, dall’ultima seduta del Consiglio regionale. Dopo oltre un mese e mezzo di travaglio iniziato con le misure cautelari eseguite nei confronti del suo ex assessore all’Agricoltura, Franco Cupparo, del capogruppo di Forza Italia in Consiglio, Francesco Piro, e consigliere meloniano Rocco Leone (FdI).

Chi si aspettava che con la fine degli impedimenti giudiziario di Piro e Leone il governatore recuperasse soltanto una maggioranza risicata di 11 consiglieri su 21, infatti, ha dovuto prendere atto di una situazione molto diversa. Da una parte con un primo strappo consumatosi tra i renziani e il consigliere Pd, Roberto Cifarelli, che li aveva appena accusati di offrire l’ennesima stampella alla maggioranza, garantendo il numero legale con la loro presenza, dopo l’uscita dall’aula di Piro, per l’approvazione dell’assestamento del bilancio regionale e tutta una serie di altri provvedimenti inseriti all’ordine del giorno.

E dall’altra col secondo strappo della giornata tra Gino Giorgetti, appena reinsediatosi nel seggio occupato per due anni da Carmela Carlucci, e il Movimento 5 stelle. Strappo che si è subito tradotto in una palese divergenza di condotte in aula, con l’abbandono dei banchi da parte dell’unico presente dei due consiglieri pentastellati rimasti, Gianni Perrino. Mentre il ritrovato Giorgetti è rimasto al suo posto sino alla fine della seduta, presidiando, anche lui, il numero legale necessario alla validità delle deliberazioni.

Sommando gli ausiliari renziani ed ex M5s agli 11 esponenti della maggioranza, insomma, quello su cui potrebbe contare il governatore Bardi all’interno del parlamentino lucano è uno schieramento di ben 14 consiglieri su 21. Uno in più dei 13 usciti dalle liste che lo sostenevano durante la campagna elettorale delle elezioni regionali del 2019. Nonostante il passaggio all’opposizione degli ormai ex dissidenti leghisti Giovanni Vizziello e Massimo Zullino. Da capire, adesso, resta il nome che sceglierà il governatore per ricomporre la sua giunta regionale, ancora priva di un assessore all’Agricoltura dopo le dimissioni di Cupparo, che ha deciso di abbandonare anche il ruolo di consigliere regionale. Una postazione, quella di assessore all’Agricoltura, che potrebbe fare gola a tanti, anche tra gli ausiliari di maggioranza.

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