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CATANZARO – Secondo l’accusa il sacerdote avrebbe abusato di 17 minorenni (LEGGI). E ora la Curia Arcivescovile di Crotone-Santa Severina chiederà di costituirsi parte civile nel procedimento a carco di don Roberto Mastro, parroco della cittadina di Belcastro, in provincia di Catanzaro, dal 2007 al 2010, accusato di pedofilia. 

Una posizione che non convince i difensori delle parti offese che chiederanno che l’Arcidiocesi venga citata come responsabile civile nel procedimento, e cioè come quella parte che, in caso di condanna al risarcimento dei danni, sarà obbligata in solido a pagare assieme all’imputato.

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Le due posizioni risultano inconciliabili e sulle relative istanze si attendono dunque schermaglie in aula, soprattutto da parte dei legali che rappresentano le famiglie delle presunte piccole vittime (gli avvocati Concetta Stanizzi e Antonello Talerico) i quali partono dal presupposto che l’Arcidiocesi non è stata indicata dall’Ufficio di Procura quale persona offesa, e dunque non sarebbe legittimata a costituirsi come parte civile. 

Sulla questione, comunque, la decisione spetta al giudice Maria Rosaria Di Girolamo, che oggi ha dovuto rinviare l’inizio dell’udienza preliminare al 25 settembre a causa di difetti nelle notifiche. Ancora almeno cinque mesi, dunque, prima che il gup decida se mandare il sacerdote sotto processo. 

Pesantissime le contestazioni a carico del prete, che secondo la Procura del capoluogo calabrese dovrebbe rispondere di violenza sessuale ai danni di diciassette minorenni, secondo i risultati di un’indagine apertasi oltre tre anni fa, dopo la denuncia presentata da alcuni genitori di una delle presunte giovanissime vittime. Don Roberto l’11 dicembre 2010 è scomparso misteriosamente da Belcastro dove era parroco della chiesa di San Michele Arcangelo

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