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CATANZARO – Dovranno rispondere di abuso d’ufficio, falso e truffa. Queste sono le accuse per quarantuno dipendenti della Regione Calabria rinviati a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, Giovanna Gioia perché assentatisi arbitrariamente dal posto di lavoro.

Secondo l’accusa, i dipendenti, in servizio nei dipartimenti Avvocatura, Attività produttive, Cultura, Politiche energetiche, Bilancio e Lavori pubblici, dopo aver timbrato il cartellino di ingresso si sarebbero allontanati per dedicarsi ad attività private. Il processo è stato fissato per il prossimo 19 febbraio.

A inchiodare alle loro responsabilità i 41 dipendenti sono le telecamere nascoste piazzate dalla Guardia di finanza.

Dopo l’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, avviata nel 2014, la Regione Calabria decise di licenziare 4 dipendenti, di sospenderne altri 5 e di emettere provvedimenti più lievi per altri 41 impiegati coinvolti nell’inchiesta.

Poche settimane fa altri tre dipendenti, già condannati in primo grado col rito abbreviato, sono stati assolti dalla Corte d’appello di Catanzaro.

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