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NOCERA TERINESE – Anche quest’anno, come l’anno precedente, la popolazione nocerese dovrà rinunciare al tradizionale rito dei “Vattienti”, che da tempi immemorabili caratterizzavano l’annuncio della Pasqua con i suoi riti religiosi e il risveglio della natura con la bella stagione.

Con una serie di ordinanze, prima emanate e poi revocate, la Commissione straordinaria del Comune di Nocera Terinese, composta da Lucia Iannuzzi, Roberto Micucci e Francesca Iannò, sulla base del principio di precauzione per evitare assembramenti e nonostante la fine del periodo di emergenza, ha dovuto annullare le varie manifestazioni tranne la processione religiosa del Santissimo Sacramento, tenutasi ieri.

Le cronache del passato hanno sempre rievocato tra tutti l’odore del sangue dei “Vattienti” o flagellanti misto a quello del vino, che si sparge sui corpi dai quali fuoriesce il sangue dopo le battute con dei pezzi di sughero in cui sono conficcati pezzi di vetro. Il momento più importante è al passaggio della statua dell’Addolorata, davanti alla quale i “Vattienti”, che percorrono le vie principali in segno di devozione o per espiare un voto, si inginocchiano in preghiera.

I “Vattienti”, secondo gli storici, appartenevano a un movimento religioso sorto nel XIII secolo, che predicava l’imminenza del giudizio e dell’ira di Dio contro l’umanità corrotta e praticava l’autoflagellazione come modalità di espiazione dei peccati dell’umanità e ottenere da Dio la cessazione di guerre, catastrofi o epidemie.

La setta, fondata a Perugia dal mistico Raniero Fasani fra il 1259 e il 1260, anno in cui secondo l’interpretazione di alcuni passi di Gioacchino da Fiore avrebbe dovuto iniziare l’età dello Spirito, comprendeva migliaia di membri, che percorrevano le città flagellandosi sulle spalle invitando i presenti a pentirsi.

Il movimento si diffuse rapidamente in Italia e in tutta Europa, ma già nel 1261 venne vietato da papa Alessandro IV. Alcuni uomini, secondo tradizione, si flagellano le gambe e le cosce che a seguito dei colpi inferti, inevitabilmente iniziano a sanguinare e con il sangue vengono macchiate mura e porte delle case.

La pratica è eseguita con il “cardo” e la “rosa” e consistenti in pezzi di sughero sui quali sono inseriti pezzi di vetro. I “Vattienti” camminano per il paese, battendosi prima davanti alla propria casa e poi davanti alle case di amici e parenti e i sagrati delle chiese e davanti alle icone votive, fino a raggiungere la statua della Madonna dell’Addolorata.

Le autorità davanti alle «particolari modalità della pratica dei Vattienti, valutate dal punto di vista igienico sanitario» e allo spargimento di sangue per le vie cittadine unita all’apposizione dello stesso sulle mura degli edifici cittadini, in assoluto contrasto con le primarie esigenze di tutela della salute pubblica e salubrità dell’ambiente, unitamente alla notoria attrazione alla manifestazione di un considerevole flusso di persone» sono state indotte all’adozione di provvedimento di inibizione della pratica dei Vattienti.

Per i noceresi è una grossa rinuncia. Ma per le autorità comunali, naturalmente, viene prima la salute pubblica. Infatti, i commissari Lucia Iannuzzi, Roberto Micucci e Francesca Iannò, preoccupati per le situazioni di assembramento, si sono imposti «di valutare con opportuna prudenza ogni accorgimento utile e necessario alla prevenzione circa la circolazione del virus ancora molto diffuso» e per motivi igienico sanitari non hanno esitato a vietare il rito dei “Vattienti”.

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