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La scena del delitto Pagliuso

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LAMEZIA TERME – Terzo ergastolo per Marco Gallo. Questa volta per l’omicidio dell’avvocato penalista Francesco Pagliuso. Così come aveva chiesto il pm Pasquale Mandolfino la Corte d’Assise di Catanzaro (presidente Alessandro Bravin) ha inflitto il carcere a vita contro Marco Gallo, 35 anni, presunto killer dell’avvocato Francesco Pagliuso, ucciso a Lamezia nella tarda serata del 9 agosto 2016.

Contro Marco Gallo si sono costituite parti civili i familiari dell’avvocato, la Camera penale di Lamezia Terme e i comuni di Soveria Mannelli e di Lamezia Terme. Secondo l’accusa della Dda, sarebbero emerse analogie con altri omicidi che sarebbero stati commessi da Gallo (per due di questi omicidi il 35enne è stato condannato al carcere a vita in primo grado).

Le risultanze delle indagini sull’omicidio dell’avvocato, dunque, hanno retto. In particolare relativamente all’identificazione della Bmw che l’imputato avrebbe parcheggiato in un luogo non molto distante dall’abitazione della vittima (luogo del delitto) raggiunta da un podista (secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini supportate dalle immagini di una telecamera) che sarebbe stato identificato in Marco Gallo.

I carabinieri riuscirono a individuare anche quel podista che fu immortalato dalle telecamere di videosorveglianza di un bar di via Marconi di Lamezia, nei pressi dell’abitazione di Pagliuso, e che la sera prima e la sera stessa del delitto fu ripreso a correre anche in orari anomali. Secondo le accuse quel “podista” sarebbe stato il killer di Pagliuso che ha atteso l’avvocato nel giardino della sua abitazione, uccidendolo al posto di guida dell’auto del professionista.

Come si ricorderà, a giugno scorso, dal gup con il rito abbreviato sono stati condannati all’ergastolo anche Pino e Luciano Scalise (padre e figlio di 63 e 43 anni), di Soveria Mannelli, ritenuti i capi dell’omonimo clan del Reventino, considerati i mandanti dell’omicidio dell’avvocato penalista Francesco Pagliuso. Gallo è sotto processo anche per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione Reventinum contro le cosche della montagna, in quanto ritenuto sicario della cosca degli Scalise.

A luglio scorso la stessa Corte d’Assise ha inflitto il secondo ergastolo a Marco Gallo, perito elettronico e ritenuto un insospettabile killer, condannato al carcere a vita (con esclusione dell’aggravante mafiosa) anche per aver ucciso con cinque colpi di pistola la mattina del 24 giugno 2017 Gregorio Mezzatesta, di Soveria Mannelli (freddato in auto) dipendente delle Ferrovie della Calabria, ucciso per una vendetta trasversale secondo le tesi dell’accusa.

A Gallo il primo ergastolo gli è stato inflitto a novembre 2020 per l’omicidio del fruttivendolo Francesco Berlingieri, freddato con tre colpi di pistola in testa la sera del 19 gennaio 2017 davanti il suo negozio in via Fiume a Lamezia). Gli omicidi di Gregorio Mezzatesta e dell’avvocato Francesco Pagliuso sarebbero collegati fra loro e rientranti in una faida fra Domenico Mezzatesta e gli Scalise (Pagliuso avrebbe pagato con la vita i contrasti fra i gruppi dei Mezzatesta e degli Scalise e anche la difesa al processo di Domenico e Giovanni Mezzatesta).

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