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Gino e Pino Strangis

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LAMEZIA TERME – A ottobre 2020 due ergastoli e una condanna a 30 anni con il rito abbreviato. In appello i fratelli Gino e Pino Strangis, rispettivamente di 53 e 47 anni, si sono visti rideterminare la pena dell’ergastolo a 30 anni. Confermata invece in appello la condanna alla pena di 30 anni di carcere nei confronti Vincenzo Arcieri, 62 anni.

I fratelli Strangis sono ritenuti gli esecutori dell’omicidio di Filippo Pantano, ucciso a fucilate nella tarda serata del 20 luglio del 2005 mentre rincasava nella sua abitazione di Martirano Lombardo, mentre Arcieri viene ritenuto il mandante. I fratelli Strangis avrebbero agito sotto l’influenza delle famiglie Arcieri-Cappello nell’ambito della cosca Giampà, legati di fatto – per l’accusa – al “controllo” della zona a monte di Lamezia Terme, al fine di riappropriarsi della gestione delle estorsioni alle imprese e ditte operanti nell’area suddetta sulla quale Pantano, che a sua volta sarebbe stato legato alla consorteria dei Iannazzo-Cannizzaro-Daponte, stava cercando di imporre la propria egemonia.

Da qui la decisione di eliminare Pantano; decisione che veniva adottata d’intesa con i vertici delle famiglie Cappello-Arcieri. Pantano rimase vittima di un agguato dopo che i killer attesero che tornasse a casa per ucciderlo usando un fucile calibro 12 e una pistola calibro 9×21 mentre era a bordo di una Land Rover di colore bianco.

Un agguato ben studiato per uccidere Filippo Pantano, considerato un personaggio emergente nell’ambito della malavita della zona montana del Lametino. Era considerato vicino alla cosca Iannazzo e per i lavori di realizzazione del metanodotto fra Lamezia, Conflenti e Martirano Lombardo – secondo quanto emerso dalle indagini – aveva ottenuto l’incarico di guardiano dagli stessi Iannazzo.

Ma la zona montana di Lamezia era anche sotto l’influenza della cosca Arcieri-Cappello, affiliata ai Giampà, per cui Pantano avrebbe dato fastidio e da qui la decisione di eliminarlo. Uno dei mandanti del delitto Pantano sarebbe stato Arcieri (già in carcere anche per altri omicidi), Gino Strangis presunto esecutore materiale e il fratello Pino, presunto complice del delitto. I due fratelli detti i “pilichei”, erano considerati una cosca satellite degli Arcieri e quindi vicini alla cosca Giampà tant’è che per l’omicidio arrivò anche il benestare di Giuseppe Giampà, ex padrino dell’omonimo clan (collaboratore di giustizia da settembre 2012) nonché figlio dello storico boss Francesco Giampà “il professore”.

Dopo 13 anni dall’agguato, a ottobre del 2018, sulla base delle indagini della Squadra mobile e anche delle rivelazioni di numerosi pentiti, il gip distrettuale firmò l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Arcieri e i fratelli Strangis su richiesta delll’allora pm della Dda Elio Romano. Le armi per uccidere Pantano sarebbero stato fornite da Rosario Cappello (pentito e cognato di Arcieri) e da Giuseppe Giampà.

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