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Alcuni uffici Sacal

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LAMEZIA TERME – Tutti assolti “perché il fatto non sussiste”. Così ha sentenziato il collegio giudicante del tribunale di Lamezia che ha accolto le richieste del pm (che aveva chiesto l’assoluzione per tutti perchè il fatto non sussiste e per alcuni per intervenuta prescrizione in relazione ad alcuni capi d’accusa) e dei difensori degli imputati del processo “Eumenidi” contro l’ex Cda della Sacal, dirigenti regionali e provinciali, imprenditori.

Un processo che è giunto alla sentenza di primo grado dopo 4 anni e mezzo dal rinvio a giudizio. Si sgretola, quindi, l’inchiesta che azzerò i vertici della società che all’epoca gestiva solo l’aeroporto di Lamezia, scattò nel mese di aprile 2017 a seguito delle indagini eseguite dal Nucleo mobile della finanza di Lamezia e della Polizia di frontiera, relativamente alle ipotesi di
corruzione, peculato, falso, abuso d’ufficio e concussione.

Il tutto riconducibile ad assunzioni clientelari per il progetto “Garanzia giovani”, consulenze “fantasma” e per la nomina del dg della Sacal oltre che per peculato, contestato anche a Massimo Colosimo, ex presidente Sacal, in concorso, a Ester Michienzi, responsabile ufficio legale Sacal, alla dipendente Sacal Sabrina Mileto così come per Pierlugi Mancuso, ex direttore generale Sacal, ora però tutti assolti (Colosimo, Michienzi e Mancuso finirono agli arresti domiciliari).

PROCESSO SACAL, ASSOLTI ANCHE GLI ALTRI COMPONENTI DEL CDS

Assolti anche altri ex componenti del Cda Sacal, gli imprenditori Floriano Noto e Emanuele Ionà (accusati di abuso d’ufficio in concorso), l’allora presidente della provincia Enzo Bruno e Giampaolo Bevilacqua.

E ancora: Angelina Astorino, direttrice, all’epoca dei fatti, del centro dell’impiego di Lamezia, il maresciallo dei carabinieri Marcello Mendicino (che – secondo le accuse – avrebbe millantato il potere di fornire notizie sulle indagini avviate dalla finanza in cambio dell’assunzione del figlio). Assolti anche i pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio legati alla gestione Sacal: il dipendente Enav Vincenzo Bruno Scalzo, il dirigente regionale Giuseppe Mancini, il funzionario della Provincia Floriano Siniscalco, l’allora vice sindaco di San Mango d’Aquino, Pasquale Torquato, l’ex direttore generale della Sacal, Pasquale Clericò (nel frattempo deceduto), Giuseppe Vincenzo Mancuso, ritenuto anello di congiunzione con la Astorino.

In particolare, Bruno, Mancini, Scalzo, Torquato, Bevilacqua, Siniscalco, Vincenzo Mancuso e Ionà, sono stati assolti per i fatti loro contestati in cinque capi d’accusa perché il fatto non sussiste; Colosimo, Michienzi, Mancuso Pierluigi e Mileto, assolti dai fatti contestati in dodici capi d’accusa perché il fatto non sussiste; Ionà assolto anche per due capi d’accusa perché il fatto non sussiste; Astorino assolta per tre capi d’accusa perché il fatto non sussiste; Noto assolto perché il fatto non sussiste.

LE ASSOLUZIONI PER GLI ALTRI CAPI D’ACCUSA

Per altri capi d’accusa assolti Mendicino, Ester Michienzi in relazione ad altri tre capi d’accusa, Pierluigi Mancuso, Colosimo e Bevilacqua per un altro capo d’imputazione. I casi di peculato riguardarono le  missioni in lussuosi alberghi di Milano, con tanto di limousine, acquisto di Iphone su Amazon rimborsato dalla Sacal, spese chilometriche ritenute non dovute e altri soggiorni in alberghi di lusso nelle circostanze in cui Colosimo e Mancuso si recavano a Milano per frequentare corsi di aggiornamento (sempre a spese della Sacal).

Al centro dell’inchiesta anche il Pon “Garanzia Giovani” per i quali – secondo le accuse – esisteva un presunto sistema clientelare, attraverso il quale gli ex amministratori e dirigenti Sacal avrebbero favorito richieste di politici, amici e parenti, anche grazie al concorso di Angelina Astorino. Tutte accuse che alla fine però sono cadute. Nel collegio difensivo gli avvocati gli avvocati Enzo Ioppoli, Nicola Cantafora, Massimo Scuteri, Lucio Canzoniere, Antonio Siniscalchi, Danilo Iannello, Aldo Ferraro e Antonio Larussa.

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