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Il capannone sequestrato

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Sono state denunciate quattro persone considerate responsabili di molteplici violazioni ambientali. Uno stabilimento industriale nell’area industriale Papa Benedetto XVI di Lamezia Terme è stato sottoposto a sequestro.

In questo stabile, operante sotto l’insegna di un noto marchio di azienda leader nel settore dei veicoli industriali, operavano tre distinte società le quali, oltre alla commercializzazione di veicoli industriali, svolgevano anche l’attività di officina meccanica, fabbricazione di rimorchi e semirimorchi, carrozzeria e verniciatura industriale. Solo la minima parte dello stabilimento era destinato all’esposizione e vendita dei veicoli, mentre la restante parte era occupato da una vera e propria filiera industriale appositamente creata per l’assemblaggio, saldatura e verniciatura dei mezzi.

Erano presenti, infatti, un impianto robotizzato per saldatura e assemblaggio dei componenti metallici, una cabina di sabbiatura e granigliatura, nonché diverse cabine per la verniciatura dei cassoni precedentemente assemblati.

Nonostante le attività svolte, nessuna delle tre società è risultata in possesso delle previste autorizzazioni ambientali e da una verifica effettuata da personale tecnico dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, è stato accertato che le predette società scaricavano i reflui industriali prodotti direttamente nella rete consortile dell’area industriale di Lamezia Terme, senza sottoporli ad alcun processo di depurazione.

Inoltre nel corso delle attività è stato individuato un piazzale, antistante allo stabilimento e non pavimentato, sul quale erano abbandonati ingenti rifiuti speciali, pericolosi e non, riguardanti parti meccaniche intrise di olii e grassi, pneumatici fuori uso, altri metalli ferrosi ed imballaggi, nonché diversi rimorchi, semirimorchi, autoveicoli e autocarri fuori uso, da avviare a demolizione.

I quattro soggetti denunciati sono amministratori e responsabili tecnici dello stabilimento produttivo. Il capannone sede delle suddette attività commerciali e le aree di pertinenza, sono state sottoposte a seuqestro, per una superficie complessiva di circa 6.000 mq. e per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.

L’indagine è stata condotta dai finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, unitamente ai carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale e Transizione Ecologica – NOE di Catanzaro, al Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia e alla Sezione P.G. – aliquota Ambiente della Procura della Repubblica di Lamezia Terme ed è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, e dal Sostituto Procuratore Marica Brucci,

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