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L'Università della Calabria

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CATANZARO – Esplode la polemica, e il ricorso al Tar, la decisione della Giunta regionale di attivare un corso di medicina e chirurgia con tecnologie digitali (LEGGI) all’Università della Calabria di Rende.

L’associazione “Catanzaronelcuore” ha annunciato la decisione di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale: «Riteniamo scorretto ed illecito l’atto con cui la Giunta regionale, lo scorso 4 febbraio, ha dato parere favorevole all’attivazione del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia Td (Tecnologie digitali) che sarà avviato a decorrere dall’anno accademico 2021-2022 all’Università della Calabria».

Secondo il movimento, «al di là degli entusiastici sofismi con cui la notizia è stata diramata dalla cittadella regionale, tutto ciò apre un portone per un’imminente istituzione di Medicina nell’ateneo di Rende. Che è il sogno egoisticamente inseguito – prosegue Cnc – da sempre da quella parte di politica cosentina che non ha mai voluto rispettare un’armonizzazione dell’offerta formativa presente in Calabria, pensando al contrario solo ad accaparrarsi tutto quanto sia razziabile. E non entriamo, in questa sede, nel merito di eventuali conflitti di interesse che potrebbero ravvisarsi tra questa operazione e un assessore della Giunta regionale».

Per questo, l’associazione ha chiesto che «Comune e Provincia di Catanzaro procedano immediatamente ad impugnare la delibera della Giunta poiché è evidente che l’istituzione di un corso universitario non rientri nella “ordinaria amministrazione” cui dovrebbe limitarsi il governo calabrese. Si proceda, dunque, con un ricorso al Tar».

“Catanzaronelcuore” ha anche annunciato che «la nostra associazione inizierà da subito a organizzare un ricorso ad adiuvandum col coinvolgimento di tutte le associazioni civiche e chiedendo la partecipazione anche alle associazioni di categoria del territorio, già in subbuglio per quest’ennesimo schiaffo alla città».

Secondo il movimento, «la responsabilità è ascrivibile in primis a taluni ambienti accademici: lo stesso rettore della UMG, Giovambattista De Sarro, non avrebbe dovuto siglare questo accordo suicida col suo omologo della Unical. Ipotizziamo fra l’altro che Sergio Abramo, pur detenendo la delega ai rapporti con l’Università, non sia stato messo al corrente di questo golpe ordito da De Sarro, poi validato da Spirlì & C. Né il Coruc, il Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi, avrebbe dovuto approvare l’attivazione di questo corso di laurea a Rende. Di contro, sembrerebbe che il medesimo Coruc abbia bocciato l’istituzione di due nuovi corsi a Catanzaro!».

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