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Il sindaco e la Giunta in piedi durante l'esecuzione dell'Inno di Mameli

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CATANZARO – C’è l’emozione del primo giorno di scuola. L’outfit tirato a lucido, la cravatta annodata bene, sorrisi luminosi e occhi lucidi cercando il volto amico tra gli scranni riservati al pubblico, pochi a dire il vero per via delle misure anti covid tornato prepotente a condizionare le relazioni sociali. E per la prima volta nella storia c’è anche la diretta streaming.

Matricole e veterani, tutti sotto lo stesso tetto – che non è ancora quello da ristrutturare di Palazzo De Nobili – nella sala consiliare della Provincia di Catanzaro. E c’è tutta la solennità della prima seduta del consiglio comunale – con tanto di Inno di Mameli da cantare in piedi – che si insedia sotto la guida del sindaco Nicola Fiorita, affiancato dalla squadra dei nove assessori che la città ha già imparato a conoscere.

Alla fine di un primo dibattito a tratti conciliante (molto poco), a tratti livoroso (soprattutto) per questa prima convocazione, però non c’è il presidente delle assise. La prima votazione va come da pronostico: non ci sono i numeri richiesti dalla legge, la maggioranza dei 2/3, per eleggere il successore di Marco Polimeni che, intanto, battibeccando con il collega consigliere Antonello Talerico, si ritaglia un certo protagonismo. Undici le schede bianche, una nulla. Altri voti in ordine sparso, il più votato è Fabio Celia del Pd.

I presenti dopo l’appello della segretaria generale Vincenzina Sica sono 31: mancano Luigi Levato e Wanda Ferro perché affetti da Covid, come comunicato all’assemblea, presieduta dal consigliere anziano (vale a dire il consigliere più votato della lista più votata), Eugenio Riccio. La delibera relativa al primo punto, la convalida degli eletti, viene letta dall’assessore ai Servizi demografici Aldo Casalinuovo, compreso il meccanismo della surroga di Giuseppina Iemma e Donatella Monteverdi perché entrate in giunta, con i successivi non eletti nelle rispettive liste, quindi rispettivamente Igea Caviano (PD) e Nunzio Belcaro (Cambiavento).

La fascia tricolore entra in scena per il giuramento del sindaco: Nicola Fiorita dichiara che «osserverà lealmente la Costituzione italiana». E tra gli applausi, prima della presentazione della Giunta, pronuncia il suo primo discorso in aula Saluta e ringrazia chi c’era già e chi è entrato per la prima volta, compresi i tre candidati sindaco ammessi in Aula: Wanda Ferro, Valerio Donato e Antonello Talerico.

«Rinvio alla presentazione delle dichiarazioni programmatiche ogni ragionamento sul futuro della nostra Città – afferma – Sarà quella l’occasione per un confronto – che io auspico aperto e costruttivo – sulle prospettive del Capoluogo di regione, in cui ogni gruppo, ogni singolo consigliere avrà modo di avanzare proposte e soluzioni che il Sindaco avrà il dovere di ascoltare e tenere nella massima considerazione. Il Consiglio comunale è il cuore stesso della democrazia rappresentativa della Città, essendosi costituito sul consenso popolare e quindi ai poteri di indirizzo e controllo previsti dalla legge aggiunge l’autorevolezza che deriva dal rapporto diretto con l’elettorato. Mi aspetto molto, in termini di proposta e di decisioni, da questo Consiglio comunale e dai suoi organi, come le commissioni consiliari che avranno certamente una spinta e una funzione più forte del passato. Non ho alcun dubbio sulla volontà di ogni gruppo e di ogni singolo consigliere di indirizzare la propria azione al bene collettivo. Mi aspetto critiche, anche dure, e mi aspetto proposte e suggerimenti. Fanno parte delle regole democratiche. C’è un’identità cittadina da ricostruire, occorre lavorare per restituire dignità, ruoli e funzioni ad un Capoluogo di Regione oggi demotivato e relegato a ruoli secondari nello scacchiere politico-istituzionale della Calabria».

«Ognuno di noi – ha concluso Fiorita – ha appartenenze, ideologie, storie personali diverse, ma credo che nessuno di noi possa rassegnarsi all’idea di una Catanzaro che va al traino delle altre realtà calabresi e che sembra avere una marcia in meno delle consorelle. Da oggi allora lavoriamo per Catanzaro, lavoriamo tutti insieme».

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