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La consegna di alcuni vaccini

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CATANZARO – L’allarme sulle dosi di vaccino insufficienti, ma anche un appello ai calabresi ad evitare occasioni di assembramento. Sono questi i temi su cui si è soffermato il presidente della Regione, Nino Spirlì, nel corso del tradizionale appuntamento con la diretta Facebook.

«La campagna della vaccinazioni – ha affermato – secondo me durerà non meno di due anni. Si assumono delle responsabilità a parlare in televisione a dire cose che io non mi permetterei mai di fare».

«Prima di parlare – ha aggiunto Spirlì – bisognerebbe avere concretezza in mano, e bisogna pensare e riflettere. Arcuri prima ci ha detto che entro agosto avremmo completato le vaccinazioni, adesso ci dice che entro la fine dell’estate probabilmente 40 milioni su 60 milioni di italiani potrebbero essere vaccinati, fermo restando che bisognerà vedere come si comportano le aziende farmaceutiche. Di cosa stiamo parlando? Stiamo dicendo dei numeri al vento. Capisco che stia lavorando, ci si stia facendo in quattro per tenere in mano tutta questa campagna Covid ma da quando è iniziato questo stramaledetto Covid – ha rilevato il presidente della Regione Calabria – abbiamo visto cose che noi umani non avremmo mai potuto immaginare e tutte dentro al governo».

Spirlì ha poi evidenziato: «Abbiamo detto che in Calabria abbiamo bisogno di 60mila dosi, più richiami. Ce ne hanno mandati 28mila prima e 12mila dopo, dovrebbero essere 38-40mila. Non bastano. Priorità ai vaccini, se ci li danno, quando ce li danno e con certezza. Stiamo facendo i salti mortali con le dosi per i richiami, e ringraziamo Dio che, per una beneaugurata coincidenza che poteva sembrare malaugurata, noi non avevano consumato più del 50% delle nostre dosi perché nella nostra lentezza, dovuta al cambio dei commissari delle Asp, siamo stati fortunati. Grazie a Dio, continuo a ripetere, perché oggi ci sono delle Regioni che hanno grosse difficoltà a fare i richiami. Questo – ha sottolineato – significa che chi non ha i richiami per tempo perde tutto quello che ha fatto».

Nel suo discorso anche un vero e proprio appello ai calabresi: «Siamo in mano a noi stessi. Non possiamo chiedere un superlavoro ai nostri medici, infermieri e Oss in ospedale semplicemente perché siamo stati sciocchini a fare quello che abbiamo fatto»

«Fosse per me – ha aggiunto Spirlì – riaprirei tutte le attività e garantirei, insieme ai titolari di queste attività, il controllo regolare e preciso di tutti i partecipanti, tenendo sempre a mente che bisogna mantenere la distanza. Dobbiamo però smetterla con questa storia delle feste: diciamocelo francamente, molti di questi contagi ce li stiamo proprio andiamo a cercare. Continuo a sapere di gente che continua a fare la festa per l’uccisione del maiale o continua avare la festa per il diciottesimo del figlio del nipote o continua a fare la tavolata di pizza per i figli e loro amici».

«Smettiamola – ha concluso il presidente della Regione Calabria – con queste feste, perché tanto si può festeggiare anche dopo. Dobbiamo essere sicuri di quello che stiamo facendo».

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