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Una discoteca

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CATANZARO – «Se si dovesse prorogare la chiusura delle discoteche e dei locali da ballo fino al 2021, o comunque oltre l’estate, il 90% delle strutture chiuderebbe definitivamente». E’ l’allarme lanciato da Rodolfo Rotundo, segretario Sindacato italiano locali da ballo (Silb) per la Calabria centrale e titolare della nota discoteca Atmosfera di Borgia, in provincia di Catanzaro, uno dei più grandi locali del Sud Italia. Dopo l’avvio della fase 2 per l’emergenza Covid-19, il futuro dei locali da ballo resta incerto e sul tavolo rimane l’ipotesi di un rinvio della loro apertura fino al nuovo anno. Poche regioni hanno dichiarato la disponibilità di valutare ipotesi più brevi in vista della stagione estiva, ma l’intero mondo della movida è in crisi profonda e ha lanciato più volte appelli al Governo e alle Regioni.

Dietro questo universo, a molti poco conosciuto, ruota un giro economico di assoluto valore: solo il Silb, che rientra nella Confcommercio, conta a livello nazionale 2.500 associati e 80.000 persone direttamente impegnate nelle attività delle discoteche, mentre in Calabria, le province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia registrano 55 aziende associate e un bacino di circa 2.000 persone, a cui bisogna aggiungere un indotto molto vasto.

«Siamo stati trascurati da tutti – sottolinea Rotundo all’AGI – senza comprendere che il nostro mondo non è fatto solo di divertimento. Abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità, anticipando le chiusure al 6 di marzo, quando abbiamo compreso che non potevamo rischiare la salute di tante persone. Durante l’emergenza abbiamo rispettato la grave situazione che si era venuta a creare e non abbiamo sollevato alcun problema, ora però siamo rimasti fermi al palo e migliaia di lavoratori non trovano risposte. Per questo, è stato programmato un incontro con il Governo, mentre in Calabria abbiamo chiesto di confrontarci con la presidente Jole Santelli e la sua giunta».

La situazione economica di queste aziende è drammatica: «Già oggi rischiano di chiudere definitivamente il 30 per cento delle attività, ma se dovessimo saltare la stagione estiva, anche per i locali all’aperto, sarebbe il crollo del mondo della notte».

La preoccupazione di Rotundo, con una grande esperienza nel settore, è evidente: «Per questa estate, meglio aprire le discoteche all’aperto con tutte le norme di sicurezza e non trovarsi con locali che improvviseranno serate di musica, oppure avere a che fare con feste abusive e fuori controllo. Stiamo chiedendo incontri urgenti perché per aprire un locale a norma, anche all’aperto, dobbiamo fare i conti con la burocrazia e non c’è tempo da perdere».

Ad essere penalizzato, secondo il segretario del Silb, è l’intero comparto turistico: «La Calabria non ha un flusso turistico che merita e gli spettacoli e i concerti portavano flussi economici importanti, per questo servono risposte urgenti».

La crisi economica ha travolto soprattutto i lavoratori del settore: «Bisogna pensare agli artisti, alle imprese di pulizia, alle ballerine, alle tipografie e ai barman, ad esempio – ricorda Rotundo – tenendo conto che molte figure che ruotano in questo settore non si vedono. Basti pensare ad un disk jockey che lavorava a chiamata e fatturava la sua serata, mentre ora ha ricevuto solo il bonus di 600 euro e non può accedere a nessun’altra agevolazione né alla cassa integrazione perché in questo mondo non esistono i contratti fissi».

Davanti ad un settore che rischia di sparire, solo le strutture internazionali potrebbero rimanere in piedi: «Con una chiusura oltre l’estate o addirittura fino al nuovo anno dichiara Rotundo – potrà resistere solo chi fa business ad alti livelli, salvando il 7/8% dei locali attualmente esistenti, per questo insieme al presidente nazionale Silb, Maurizio Pasca, e al presidente della Confcommercio di Catanzaro, Pietro Falbo, abbiamo avviato tutte le iniziative possibili, presentando anche al Governo una serie di proposte concrete che possano consentire la riaperture dei locali all’aperto per la stagione estiva, mentre a settembre sarà possibile applicare i protocolli alle discoteche al chiuso. Se non fosse così, falliremo tutti».

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